Una commissione che lavora in un clima di “strano sIlenzio”, un “evidente conflitto di interessi” dovuto al ruolo ambiguo della Fondazione Toscanini; una terna di candidati divenuta misteriosamente una sestina dopo presunte pressioni da parte del Comune. E, alla fine dei conti, un risultato che appare già «predeterminato» in partenza, riducendo l’intera procedura di selezione a «pura scenografia». Il senatore ...
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