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Pali Italia, il 14 incontro al Ministero. L’appello dei dipendenti ai curatori: “Usate cuore e buon senso”

Si apre uno spiraglio per i dipendenti di Pali Italia.

Lo spiraglio si chiama incontro al Ministero dello Sviluppo economico, datato 14 ottobre.

Incontro che i dipendenti vivono così: “Il 14 c’è l’incontro al ministero, e la novità forse sta proprio nella celerità con cui ci hanno convocati, cosa molto importante viste le nostre necessità economiche. Certamente al tavolo si andrà con la richiesta di CIGS, ma anche con la convinzione che non possiamo accettare una richiesta con sospensione fino all’approvazione, quindi che i rischi sono tutti e solo nostri, perchè ci impedirebbe anche di accedere all’anticipo che sarebbe velocissimo, quindi la nostra speranza sta anche in un atto di buon senso da parte dei curatori che non si intestardiscano sul loro vincolo che sarebbe oltretutto la prima volta che venga inserito. Stando ai legali ed esperti non esistono richieste del genere nella casistica.

L’umore dei ragazzi è di rabbia, anche perchè non si può accettare che siamo vittime di un sistema Pali Italia che da otto mesi ci lascia senza stipendio, forte è il rammarico nel ricordo di quando eravamo Tecnopali, gestiti dall’latro socio fondatore, Germano Dall’Aglio, il quale non avrebbe mai permesso che i suoi dipendenti restassero un solo giorno senza retribuzione, ne avrebbe mai permesso che l’azienda diventasse quel mostro avido di finanza che poi ha portato ai risultati odierni.

RIMPIANGIAMO LA TECNOPALI E DALL’AGLIO, e vogliamo credere che chi venga dopo (se i curatori lo permetteranno) riporti in alto lo spirito di quei tempi, dove l’azienda eravamo veramente anche noi lavoratori, e la proprietà viveva come un amico in mezzo a noi, ad oggi possiamo dire solo che ci viene il disgusto per le dirigenze Pali Italia che hanno spremuto i lavoratori come limoni…. ed ora lo fanno due curatori che non hanno nessuna voglia di considerarci vittime, ma quasi un peso. In questo speriamo che il ministero possa fare un pressing morale su loro per convincerli che la loro è una richiesta anormale, e soprattutto che tutti al tavolo siano concordi con questa richiesta, senza giustificare i curatori”.

Speranza, dunque. E voglia di andare avanti. Con la cordata di Massimo Bagatti, che tanto ha lavorato per rilevare l’azienda. E con chi voglia credere in un progetto chiamato rinascita.

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