P.le Picelli, aggredito da una gang e “nessuno è intervenuto per aiutarmi”

“Mi hanno aggredito e picchiato in P.le Picelli, e nessuno è intervenuto per difendermi”. Marco D. chiede di non scrivere il cognome, teme ritorsioni, negli occhi ha la paura, sul viso alcuni segni dell’aggressione.

E riavvolge il nastro di domenica sera, una come tante, mentre faceva sue passi sotto casa con la moglie. “Erano circa le otto, si stava ancora bene, siamo scesi a fare due passi e abbiamo mangiato un gelato” – racconta.

“Poi siamo arrivati in Piazzale Picelli, volevamo sciaquarci le mani. Intorno alla fontana c’erano due ragazzi di colore, da lontano pareva stessero bevendo, ma non si spostavano più. Allora mi sono avvicinato con cortesia, chiedendo se potessi velocemente sciaquarmi le dita”.

Ma la risposta è stata un’aggressione, inizialmente verbale. “Brutto coglione, testa di ca…, italiano di mer.. . Ovviamente ci sono rimasto male, e non sapevo nemmeno cosa dire, non volevo rispondere, vedevo che mia moglie aveva paura, ma ero impietrito, non sono stato svelto ad andarmene. E lui continuava “sei un maiale, guarda come sei grasso e continui a mangiare, porco”. Poco dopo è arrivato il primo calcio, nello stomaco.

Poi un colpo al volto, e si sono allontanati. Erano due, scuri, vestiti come tanti ragazzini di oggi. Mia moglie era terrorizzata, sono passati due ragazzi, e hanno fatto di nulla, un altro che portava a passeggio  il cane ha addirittura cambiato strada. Hanno visto e sentito, non so se avessero paura, non so se questa sia una gang che terrorizza la gente e non siano intervenuti per evitare ritorsioni, so solo che non hanno alzato un dito”.

Poi, la chiamata alle forze dell’ordine. “Mi hanno detto di presentare denuncia contro ignoti, ma a cosa serve? Dovrebbero presidiare la città, invece di raccogliere le denunce. Ma il sindaco, l’assessore alla sicurezza in tutto questo dove sono?”.