Ci sono i fatti, poi le parole.
Partiamo dai fatti. Il Forlì, retrocesso la scorsa stagione dalla Lega Pro ai play-out, ha chiesto per tutta l’estate di essere riammesso alla Lega Pro. Motivo? Il coinvolgimento di Teramo e Savona (insieme a innumerevoli altre società) in una delle tante porcate-scommesse, dunque, la possibilità che il Teramo, promosso sul campo in serie B venga rispedito addirittura in D.
Oppure la riammissione, chiesta dal Teramo stesso, alla Serie B. Che in ogni modo vada, libererebbe un posto il Lega Pro.
Dunque, i romagnoli, dopo un estate tra i dubbi e la costruzione di un’organico da Lega Pro, hanno iniziato la stagione in serie D, stesso girone del Parma, strapazzando alla prima il Villafranca. Poi, non hanno più giocato, in forza di una sospensiva ottenuta in attesa di conoscere gli esiti del ricorso sull’ammissione alla ex serie C, appunto.
Ma mercoledì il collegio di garanzia del Coni, ha respinto l’istanza di sospensione cautelare invocata dalla società Forlì, stabilendo dunque che domenica i romagnoli torneranno regolarmente in campo contro la Fortis Juventus, già battuta dal Parma a Borgo San Lorenzo.
Ma il collegio non ha trattato il merito dei ricorsi (con il Forlì che chiede la retrocessione in D di Teramo e Savona e il Teramo che chiede la riammissione in B), che sarà definito nell’ambito di una prossima udienza, la cui fissazione sarà determinata immediatamente dopo che saranno scaduti i termini per la proposizione di eventuali ulteriori impugnazioni rispetto alle decisioni della Corte d’appello della Figc.
Dunque, passiamo alle parole.
Il Forlì che farà, recupererà le partite non disputate contro Bellaria, ArzignanoChiampo e Mezzolara in infrasettimanale e arriverà alla sfida contro i ducali, il 18 ottobre, più stanco? O le disputerà chissà quando, in attesa di decisioni sul suo futuro, arrivando più riposato al big match ma con la classifica falsata?
Che il Forlì sia l’avversario più temibile per i ducali, perché costruito per una categoria superiore o comunque per salire, non lo scopriamo oggi. Come che il Parma deve fare i conti su se stesso e non sugli altri.
Ma sembra uno scherzo che dopo quanto vissuto dal Parma la stagione scorsa, quest’anno non si abbia, di nuovo chiarezza. E non centra che sia A o D, perché il calcio è questo.
Precario e provvisorio come tutto in Italia oggi. Sommario, approssimativo, raffazzonato. Vittima dell’incapacità tutta nostra di non decidere, rinviando a poi. Come se non fosse peggio per tutti.