“Non c’è nulla di semplice a Parma”.
Inizia così il pezzo di Gianfrancesco Turano dedicato al sindaco della nostra città. Il giornalista del settimanale mette in evidenza come la mancata esibizione di Renzo Arbore a Parma and Stars sia bastata per accendere il fuoco delle polemiche.
Il pezzo è molto di più di una critica asettica all’amministrazione, bensì una lunga lista di magagne dall’indebitamento comunale causato dalla scellerata giunta Vignali, che come fa notare Turano sta patteggiando pene sotto di due anni, perchè in galera a Parma ci mandiamo solo Calisto Tanzi, al crollo del Parma, miseramente crollato in serie D direttamente dalla A dopo una stagione fatta di tutto.
Interessante nella parte centrale, oltre ad una veloce citazione di problemi e polemiche legate ai tagli al Welfare, necessari o meno che siano, l’analisi dei rapporti tra il sindaco e Antonio Costantino, già compagno di merende di Pietro Vignali in tempi non sospetti. “Soprattutto non è andato giù il patto sui servizi all’infanzia con Antonio Costantino, presidente della grande rete cooperativa Gesin-Proges, che riunisce 27 società per oltre 220milioni di euro di ircavi aggregati … Il presidente di Proges era già in joint venture e in ottimi rapporti con il comune berlusconista guidato da Vignali …. Invece di internalizzare almeno una delle due società, come da promessa programmatica, Pizzarotti ha rovesciato il rapporto azionario con Proges salendo dal 49 al 51%. In questo modo ha portato nell’are di consolidamento del bilancio comunale Parma06 e Parma Infanzia mantenendo la gestione in mano al socio privato. Non proprio l’ortodossia grillina, paradossalmente va meglio con gli esponenti nazionali dei democratici”.
E al momento di andare in stampa, probabilmente, alla redazione de l’Espresso, non era arrivata la notizia di ieri, ovvero del rinnovo dell’appalto sugli asili per nove anni proprio a Proges.
Ma nel pezzo di Turano, c’è anche posto per l’ottimismo: come il calcio si sta rialzando, grazie a Parma calcio 1913, altrettanto potrebbe fare il sindaco, se vuole rivincere le elezioni, magari grazie alla vicinanza politica con Del Rio. “Da qui a due anni il sindaco più inclassificabile d’Italia dovrà trovarsi un sostegno più concreto se vuole continuare in politica” – chiude.
E pensare che dieci anni ritenevamo che il crack della Parmalat fosse la più grande onta che la città potesse vivere. Ma di qui non erano ancora passati Vignali con l’allegra compagnia e Ghirardi con la sua cricca. E nemmeno potevamo immaginare che proprio a Parma la bella succedesse un disastro così capitale da farla diventare “sedotta e abbandonata”.
(Francesca Devincenzi)