Rabbia, grida, furia. Tanto che il moderatore ha dovuto invitare i presenti a “mantenere la calma, anche se capisco che siete arrabbiati”. Perché il confronto , ieri sera, nella sala civica di Baganzola, fra Prefetto e cittadini nel corso dell’incontro indetto dal comitato “Golese sicura” si è fatto furibondo. Acceso di rabbia.
La prossima realizzazione del centro profughi a Baganzola non va giù, e che il Prefetto, dott. Forlani abbia raccontato l’iter che porta i migranti dal mare ai primi centri d’accoglienza, poi alle regioni e infine alle province, non ha calmato i cittadini presenti.
Parole, poche. Grida, tante. Interventi rabbiosi. Intervallati dalle spiegazioni, tentate, del Prefetto.
Ha faticato a parlare Forlani. Come lui anche i rappresentanti della Caritas e delle associazioni di volontariato. A farsi portavoce dei cittadini del Golese un incattivito Pier Paolo Mora, presidente del circolo neofascista Casa Pound a Parma e rappresentante del comitato: “Ci raccontano solo favole” – impreca.
“Sono ancora in corso gli interventi per rendere il centro agibile – prova a dire il prefetto -. In base a determinati parametri potrà accogliere al massimo 50 persone, tutti uomini, ma non è detto che si arrivi a quel numero, potrebbero essere anche meno”.
Le stesse promesse fatto lunedì nell’incontro coi rappresentanti dei comitati. Ma nessuno ci crede. E le paure, sono sempre le solite. “Abbiamo paura per i rischi legati alla sanità e alla sicurezza che deriveranno dalla realizzazione del centro di accoglienza, la situazione è già al limite adesso, molti fra noi hanno subito diversi furti – continuano -. Come farete a sapere chi sono queste persone, che arrivano senza documenti e che sono libere di uscire? Cosa farete per tutelarci?”.
“Non prevediamo un aggravamento delle problematiche di sicurezza dovuto all’attivazione dell’hub” ha risposto il prefetto. I cittadini invece si. E difficilmente sbagliano, e non serve essere neofascisti per avere paura, nella Parma di oggi.