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Teatro Due – dal 22 novembre al 10 dicembre focus al drammaturgo, attore e regista argentino Rafael Spregelburd

Fondazione Teatro Due dedica un focus al drammaturgo, attore e regista argentino Rafael Spregelburd: fra novembre e dicembre 2024 al Teatro Due di Parma verranno presentati uno spettacolo in prima assoluta e due prime nazionali. Tra i più rappresentati a livello internazionale Spregelburd è autore di un teatro innovativo e folgorante, di una scrittura biologicamente complessa che si oppone all’idea riduzionista della linearità. Pieni di sfide intellettuali, i suoi testi sono estremamente vicini alle nostre vite, hanno un approccio filosofico e profondo, ma ironico e divertente; pungente e critico, ma tenero e compassionevole. In prima assoluta debutterà il testo inedito Diciassette cavallini scritto dal drammaturgo argentino per le attrici e gli attori dell’Ensemble Teatro Due. Creato in un anno di lavoro in sinergia con Alberto Astorri, Valentina Banci, Laura Cleri, Davide Gagliardini, Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi, Pavel Zelinskiy, lo spettacolo sarà diretto dallo stesso Rafael Spregelburd e sarà in scena al Teatro Due di Parma dal 22 novembre al 10 dicembre 2024. Diciassette cavallini si impernia sul mito di Cassandra che viene affrontato in due tempi diametralmente opposti. Una Cassandra contemporanea afferma di poter prevedere le disgrazie future, mentre il suo psicanalista cerca di smontare ogni sua certezza … Chi avrà ragione? Questo a grandi linee ciò che accade nella prima parte dello spettacolo che si intitola L’Oracolo invertito, un primo tempo che si può definire apollineo, sia per il ruolo fondamentale che ha il dio Apollo nella costruzione del mito di Cassandra, sia perché convenzionale in termini drammaturgici.

La seconda parte invece, dal titolo I diciassette cavallini, è “dionisiaca”, dominata dal delirio dettato dal dio Dioniso. Qui gli attori, con gli stessi elementi del primo tempo, costruiscono un gioco che si sviluppa al rovescio e con cui vanno all’indietro, dal futuro al passato; lo spettatore vedrà prima gli effetti, per poi ricostruire, a ritroso, le cause. Un’ipotesi puramente poetica, che porta a cercare e trovare risposte alle domande che ancora non sono state espresse. Una sfida realizzata in una coreografia in 17 movimenti, come i 17 soldati che escono dal ventre del cavallo di troia. Una drammaturgia che sfugga la tradizionale consequenzialità causa/effetto e che assuma le forme di causalità complessa che regolano la nostra vita è da sempre una delle caratteristiche non negoziabili del teatro di Rafael Spregelburd. Il tema è stato scelto proprio a partire dal confronto con gli attori che hanno espresso il desiderio, utopico, di guardare al futuro (incerto) che si prospetta. La tragedia, una linea retta di eventi che corrono verso la distruzione, ineludibile, diventa in realtà la chiave di volta per accedere al presente, per indagare spazio e tempo nella loro realtà non lineare, per confrontarsi con tutti gli eventi catastrofici che collidono ogni giorno con l’apparente unidirezionalità della nostra vita. La Catastrofe in Spregelburd, rifacendosi alla cosiddetta Teoria del tutto o della complessità, non è sinonimo di rovina o distruzione, quanto di assenza di causa. Tutto ciò che sfugge alle leggi del senso comune e alla nostra capacità di predizione diventa in teatro, grazie al corpo degli attori, possibilità di percepire l’universo del Senso, tutto ciò che non può essere ricondotto ad un’idea preconcetta, che non può essere verbalizzato, che non può essere compreso. E la profetessa troiana, costretta a vedere in anticipo le catastrofi a venire e condannata a non essere creduta, si fa meccanismo per irradiare bellezza: amministrare tempo e spazio in modo consapevole, presente, complesso.

“Mi ha sempre aiutato molto sapere chi fosse l’attore che avrebbe indossato l’abito che stavo cucendo. La mia immaginazione migliora quando la mia poetica “incrocia” quella di un particolare attore- racconta Rafael Spregelburd .Questa forma di scrittura, che è la forma ideale sotto molti aspetti (e che – ci sembra – usava anche Shakespeare per gli attori della sua compagnia) si è persa più volte nella storia del teatro perché i sistemi di potere della cultura hanno cercato di dare all’autore o al regista più peso poetico degli attori: il potere trova sempre più facile negoziare con un singolo individuo che con una collettività. La collettività è potente e imprevedibile. Agisce metonimicamente come popolo, mentre un singolo individuo è corruttibile, come un leader sindacale. Mi lascio permeare profondamente dagli elementi umani con cui ho intenzione di lavorare. Il teatro è un’arte profondamente collettiva, che guadagna densità quanto meno è piramidale, nelle sue operazioni di creazione. È difficile mettere per iscritto quel che accade sul palcoscenico. Un testo può essere anche una forma di appunto impreciso quando si tratta di operazioni dello spazio iscritte nel tempo. Tanto per cominciare, diciamo che si sente un racconto in off, una specie di voce guida che reinventa il mito di Cassandra da un punto di vista singolare. Una caratteristica dei miti classici è che non sono mai stati scritti definitivamente. E che non rispettano la coerenza cronologica. E dunque, questo spettacolo si basa un po’ sul fatto che la coerenza di questo racconto e gli accadimenti coreografici debbano coincidere al millimetro, al fine di ottenere che per ogni coincidenza, per ogni sfasamento intenzionale, si accresca il senso di ciò che si vede, che è fondamentalmente brutale e piuttosto ingenuo, come se a dei bambini fosse stata data una scatola di simboli coi quali costruire momenti”. Per la prima volta in Italia saranno presentati anche due lavori creati dall’artista in Argentina.

Ultimo lavoro scritto, diretto e interpretato da Rafael Spregelburd insieme alla sua compagnia El Patrón Vázquez, fondata insieme ad Andrea Garrote quasi 30 anni fa, Inferno, commissionato all’autore per celebrare il 500° anniversario di Hieronymus Bosch, ha debuttato a Buenos Aires nel 2022. Ispirandosi all’eterno stupore di quella pittura variegata, giocosa, morale e profetica, l’autore disegna un complesso labirinto sul peccato, sulla colpa, sulla virtù e sul supplizio dell’anima. Così come partendo dalla celebre Eptalogia di Hieronymus Bosch, Spregelburd aveva lavorato sui peccati capitali, realizzando testi quali La Stupidità, Il Panico o La Testardaggine, in questo caso Inferno si concentra sulle sette virtù. Sette scene per riordinare l’intricato cruciverba tra Fede, Speranza, Carità, Temperanza, Prudenza, Giustizia e Fortezza o – meglio – la mancanza di tutte queste virtù offuscate da una morale diluita nel tempo e nel linguaggio. Lo spettacolo presenta una moltitudine di personaggi utilizzando solo quattro attori, Andrea Garrote, Violeta Urtizberea, Guido Losantos insieme allo stesso Spregelburd (24 e 25 novembre). Andrea Garrote e Rafael Spregelburd dirigono insieme Pundonor (20, 21 e 23 novembre), un pluripremiato monologo scritto da Garrote che lo interpreta nel ruolo della protagonista: una professoressa universitaria, dottoressa in sociologia, la cui lezione sull’opera di Michel Foucault è costantemente interrotta…

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Per la sua interpretazione, Garrote è stata definita “genia”, al femminile, fenomeno del Teatro argentino. Il testo mette in discussione il grande paradosso della nostra coscienza attuale: come combattere l’avanzata della centralizzazione del potere che ci soffoca e che ci rende schiavi dei suoi meccanismi? Come ricordare all’uomo la sua libertà, il suo libero arbitrio? In concomitanza con il focus dedicato a Spregelburd si svolgeranno, in seno al progetto Arcipelaghi di Reggio Parma Festival 2024, le GIORNATE D’AUTORE: una settimana di approfondimenti dedicati alla nuova drammaturgia, investigata lungo i mille rivoli che ne determinano la complessità (il rapporto con la scena, l’input dei sistemi produttivi, la relazione con le forme tradizionali e la multimedialità etc.). Con la collaborazione di Florian Borchmeyer, saranno presentate letture di nuove drammaturgie e dibattiti con autrici e autori internazionali, ma anche critici e direttori di istituzioni europee particolarmente virtuose nella valorizzazione della nuova drammaturgia (22 – 26 novembre). Rafael Spregelburd parlerà del suo lavoro e della sua idea di teatro in conversazione con Florian Borchmeyer martedì 26 novembre alle 18.30.


Rafael Spregelburd: dal 22 novembre e fino al 10 dicembre 2024 al Teatro Due di Parma
https://www.parmatoday.it/eventi/rafael-spregelburd-dal-22-novembre-e-fino-al-10-dicembre-2024-al-teatro-due-di-parma.html
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