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“Visioni (Im)possibili”: gli anni sessanta visti in “Chiave Bauhaus”

Prima tappa di un progetto triennale che unisce il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e il Comune di Parma

Si chiama Visioni (im)possibili la mostra d’avvio di una collaborazione triennale che lega il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC dell’Università di Parma e il Comune di Parma. Un progetto che parte con un focus sugli anni Sessanta visti “in chiave Bauhaus” per poi dipanarsi, nei prossimi anni, sui Settanta e gli Ottanta.

Fucina delle iniziative sono le inesauribili collezioni che CSAC può vantare, un tesoro a dir poco straordinario di oltre 12 milioni di pezzi.

Prima tappa appunto Visioni (im)possibili, in un format che sarà replicato anche nelle prossime due annualità: una doppia mostra, una all’Abbazia di Valserena (sede di CSAC) e una in uno spazio espositivo del Comune, ciascuna a offrire una diversa declinazione del titolo, in un ping pong virtuoso tutto giocato sul filo rosso delle arti visive.

A Palazzo Pigorini, in pieno centro storico, dal 20 gennaio al 24 marzo è di scena Visioni (im)possibili. Spazio, luce, movimento nelle collezioni CSAC.

All’Abbazia di Valserena, dal 21 gennaio al 21 aprile, Visioni (im)possibili. Comunicazione, utopia, progetto nelle collezioni CSAC.

scavare

A partire dalle suggestioni evocate dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intorno alla necessità di un nuovo Bauhaus, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, in collaborazione con il Comune di Parma, ha selezionato opere dalle proprie collezioni per proporre due itinerari ad hoc, strutturando percorsi di rilettura e approfondimento sulla sperimentazione creativa degli anni Sessanta del Novecento attraverso un’ampia selezione di opere d’arte, fotografie, progetti di architettura, moda, design e grafica conservati nelle raccolte dell’archivio-museo universitario.

Il concetto guida della duplice mostra ruota intorno al tema dell’eredità di Bauhaus nel Novecento, in senso interdisciplinare e con particolare attenzione agli anni Sessanta, quando la progettualità come base dell’opera, il lavoro collettivo e i risvolti sociali della ricerca sono elementi che definiscono il lavoro di molti artisti e progettisti. Dopo la fine della guerra e la ricostruzione, l’Italia vive negli anni Sessanta un periodo complesso, tra boom economico e nascita della cultura di massa, industrializzazione ed emigrazione, urbanizzazione e provincia, fino alla riflessione su quegli stessi modelli di sviluppo e società che si concretizzeranno alla fine del decennio.

Attraverso l’arte, la progettazione architettonica e urbanistica, il linguaggio pubblicitario, la moda, la documentazione fotografica, i percorsi disegnati da CSAC e Comune intendono indagare questi temi e le risposte formulate dal mondo culturale.

L’esposizione di Palazzo Pigorini è dedicata alle opere di arte cinetica, programmata e visuale, tutte giocate sull’interazione tra spazio, luce e movimento. La mostra esplora, attraverso le raccolte CSAC, le ricerche artistiche che si sono affermate nel panorama nazionale e internazionale tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta e che hanno posto al centro della propria attività il rapporto tra arte e tecnologia, la dimensione progettuale e il lavoro di gruppo, proponendo nuovi metodi di visione del reale e una relazione attiva tra opera e spettatore.

I lavori selezionati, realizzati da alcuni dei principali esponenti italiani e internazionali di queste tendenze (Getulio Alviani, Davide Boriani, Ennio Chiggio, Gianni Colombo, Hugo Demarco, Gabriele Devecchi, Juraj Dobrović, Horacio Garcia Rossi, Enzo Mari, Manfredo Massironi, Bruno Munari, Grazia Varisco), includono sia opere statiche ma capaci di generare effetti ottici e quindi trasmettere allo spettatore un’idea di dinamismo, sia oggetti estetici e interattivi che danno origine a un vero e proprio movimento grazie all’impiego di motori elettrici e sorgenti luminose. In mostra molti lavori riferibili al contesto della celebre esposizione Arte Programmata. Arte cinetica, opere moltiplicate, opera aperta (1962), curata da Munari e Giorgio Soavi nei negozi Olivetti di Milano, Venezia e Roma.

L’esposizione dell’Abbazia di Valserena riflette, in prospettiva storica, su quale sia stata l’eredità del Bauhaus, della sua lezione che pone la comunicazione visiva al servizio della società. Grazie alla ricchezza delle collezioni CSAC, ne è scaturito un percorso di rilettura della sperimentazione creativa in particolare degli anni Sessanta, un momento in cui l’arte, la moda, la fotografia, l’editoria e la progettazione si sono sempre più confrontate a vicenda, in una dimensione caratterizzata da una forte attenzione al sociale, spesso carica anche di tensioni utopiche. Si va dal superamento dell’informale – con l’intento prioritario di riportare l’opera d’arte in una relazione stretta con il pubblico, invitato a “mettersi in gioco” nell’esperienza estetica – alle influenze pop, optical e spaziali nella moda, fino alla produzione in serie con i nuovi materiali plastici e alle nuove tendenze del disegno progettuale. In mostra i lavori di alcuni dei più illustri artisti, designer e progettisti di quegli anni: da Lucio Fontana a Enrico Castellani, da Gio Pomodoro a Bruno Munari, e poi Mario Schifano,

Giosetta Fioroni, Enzo Mari, Luigi Veronesi, Franco Grignani, Mario Giacomelli, Carlo Cisventi, Pier Luigi Nervi, Roberto Sambonet, Gio Ponti.

I visitatori potranno avvalersi anche di un’app, realizzata da CSAC e presentata in anteprima in occasione di questa mostra, che li accompagnerà nel percorso, facilitando l’accesso a contenuti aggiuntivi e di approfondimento, attivabili in modalità di lettura, audio e in lingua LIS dai dispositivi personali e gratuitamente. L’app è stata realizzata da CSAC nell’ambito di un progetto PNRR su accessibilità, accoglienza e condivisione del patrimonio museale finanziato dal Ministero della Cultura.

Entrambe le esposizioni (Valserena e Palazzo Pigorini) sono corredate da catalogo Electa, in vendita allo CSAC e nelle librerie (€ 62)

L’esposizione di Palazzo Pigorini è a ingresso libero, quella di Valserena è a pagamento. I visitatori di Palazzo Pigorini potranno ricevere gratuitamente una cartolina lenticolare, che darà diritto a uno sconto alla mostra di Valserena.

INFO

Visioni (im)possibili Spazio, luce, movimento nelle collezioni CSAC a cura di Alessandra Acocella e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione Palazzo Pigorini, Strada della Repubblica 29/A, 43121 Parma Inaugurazione: venerdì 19 gennaio ore 18 Apertura mostra: 20 gennaio – 24 marzo 2024 Orari di apertura: mercoledì – domenica 10 – 19 (ultimo ingresso in mostra ore 18.30) Ingresso gratuito [email protected] www.comune.parma.it

Visioni (im)possibili Comunicazione, utopia, progetto nelle collezioni CSAC a cura di CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione Università di Parma Abbazia di Valserena, Strada viazza di Paradigna 1, 43122 Parma Inaugurazione: sabato 20 gennaio ore 11 Apertura mostra: 21 gennaio – 24 marzo 2024 Orari di apertura: venerdì 9 – 15, sabato e domenica 10 – 19 Ingresso a pagamento

intero 10 €

scontato 5 € studentesse e studenti 5 € scuole 3 € [email protected] https://www.csacparma.it/

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