Un presidio lungo un pomeriggio per difendere il lavoro della vita. I lavoratori di Pali Italia martedì pomeriggio si sono dati appuntamento davanti alla Prefettura, e li sono rimasti fino a tarda sera. Nel mezzo, il tavolo fra sigle sindacali, unione industriali, sindaci di Parma e Colorno, Prefetto. Al termine, una notizia: venerdì verrà decretato il fallimento dell’azienda.
Francesca Devincenzi
IL PRESIDIO – Un presidio forte, quasi violento. Che la generazione dei “pre-anta” ha visto in tv, sentito nei racconti, ma mai vissuto. Via Repubblica bloccata, traffico deviato, megafoni, fischietti, tanta rabbia: “Non abbiamo da mangiare, non paghiamo più il mutuo”. Perché da cinque mesi sono senza stipendio, era stata concessa la cassa integrazione, poi ritirata. E quando le sigle sindacali uscendo dal tavolo prefettizio commentano che “Grazioli (il vecchio proprietario dell’azienda di Pizzolese, cui i lavoratori hanno presidiato la casa fino a ieri per protesta, nda) dice che vi anticipa 700 euro”, scoppiano.
“Ci paghi, poi che fallisca o muoia, è uguale” – il commento più carino. Gli altri sono del tenore “Grazioli è la vergogna di Parma, ha rovinato un perla della nostra città, ci affama mentre ci sono ordini per milioni di euro. Siamo vittime della sua ingordigia e incapacità” -gridano.
Poi, riprendono il coro durato tutto il tempo del tavolo prefettizio: “Avete 80 famiglie in coscienza, andatevene e lasciate il passo a chi vuole darci un futuro”. Chiarissimo il verbo del RSU aziendale nel nostro video.
VENERDì IL FALLIMENTO – Già, perché il futuro è oggi. Un imprenditore parmigiano, con alle spalle una cordata solida, pronto a rilevare il “ramo d’azienda Parma”. Ha già incontrato Enel, ricevuto conferme garanzie e proroghe ai contratti. Ma potrebbe non bastare.
Perché le partite in ballo sono tre: Eurozinco, Pali Italia Parma e Pali Italia Anagni. Se “Parma” è a posto, l’offerta pervenuta per Anagni non convince, Eurozinco nessuno la vuole.
Tutto nelle mani del giudice fallimentare – Quindi il giudice, cui ormai passa la palla, e venerdì riceverà i libri contabili, nella più classica delle procedure fallimentari, ha davanti a se due strade. La prima, l’esercizio provvisorio in continuità: sarebbe un modo per non perdere il contratto in essere e permettere all’imprenditore che ha già presentato garanzie e intenti, di rilevare l’azienda, riassumere il 60% del personale e ridare vita a un’azienda che se lo meriterebbe. Almeno a Parma, vedendo poi che fare degli altri due asset.
L’altra, nominare un curatore, perdendo giorni e contratti, rendendo così Pali Italia ex Tecno Pali, con i suoi due stabilimenti, e Euro Zinco, tra scatole vuote, senza contratti, impianti e futuro. Affamando famiglie, e affondando ancora un po di Parma.