Presentata questa mattina 15 ottobre la conclusione dei lavori di ripristino e riqualificazione degli ambienti ipogei del Comune di Parma, i cosiddetti sotterranei di piazza Garibaldi, rientra nel progetto “Parma Territorio d’Acque. Percorsi permanenti didattico culturali sul territorio parmense”, ideato da ArcheoVea, impresa culturale, con il coinvolgimento dell’Azienda Agraria Sperimentale Stuard, di IRETI/IREN, sotto il coordinamento del Comune di Parma, ed è ricompreso tra i progetti di Parma Capitale della Cultura Italiana 2020 + 2021.
Gli spazi sotterranei presenti al di sotto di piazza Garibaldi, e accessibili attraverso lo IAT, rappresentano un’eccezionale finestra sulla storia della nostra città.
Il luogo rappresenterà l’hub principale di prima informazione riguardante i percorsi sul territorio e le modalità di visita dei luoghi in rete, che saranno presentati all’interno di un suggestivo allestimento valorizzato da videoproiezione.
I 4 ambienti, particolarmente suggestivi, comunicano, fin dal primo momento della discesa, la sensazione dell’ingresso in un altro mondo, così vicino al clamore della città contemporanea e allo stesso tempo così proiettato lontano nel tempo. Scorgendo i passaggi che collegano, ad anello, le stanze, e lo stretto corridoio che le mette in comunicazione con la Galleria delle Fontane, è possibile vivere un’esperienza che conduce alla scoperta di una delle più grandi opere che hanno contraddistinto il fervore culturale di una Parma da poco divenuta capitale del Ducato Farnesiano.
L’impianto medievale di queste stanze, subisce, infatti, una significativa modificazione a partire dalla fine del XVI secolo. E’in questo momento, per volontà del duca Ottavio Farnese, che Parma si dota di un’infrastruttura scomparsa in città con l’abbandono delle opere romane nel periodo tardoantico: l’acquedotto. I tubi in ceramica, visibili in loco per circa 1 metro, portavano l’acqua necessaria per alimentare la prima fonte pubblica di Parma, posta nello stesso luogo dove ancora oggi sorge la fontana più amata dai parmigiani detta dei du brasé.
Scendendo sottoterra si ha la sensazione di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo che lambisce luoghi tanto significativi da essere entrati nell’immaginario tradizionale della città. Diversi parmigiani hanno sentito raccontare della galleria che, correndo sotto via Farini, collegava il palazzo della Pilotta con la Cittadella, permettendo il passaggio di truppe, carrozze, cavalli e fuggiaschi. Dietro questa leggenda si cela l’intervento, Ottocentesco, che ripristina l’ormai obsoleto acquedotto farnesiano costruendo una galleria ispezionabile con mensoline per la sospensione dei tubi.
Grazie al passaggio che si apre nell’ultima stanza sulla sinistra è possibile ammirare, in condizioni di sicurezza, un lungo tratto della galleria che, con la sua struttura a volta e le mensole accuratamente rifinite, si perde nel buio del sottosuolo. Questo luogo grazie alla suggestione e all’emozione che comunica, e alla posizione centrale e strategica, ha le caratteristiche per diventare, nell’ambito del progetto “Parma territorio d’acque”, il teatro del racconto non solo di quelle vicende storiche nascoste ai più ma soprattutto di una particolarità che caratterizza Parma e il suo territorio rispetto alle altre città emiliane: la peculiare ricchezza idrica rimasta costante nel corso del tempo. Infine, l’occasione del traguardo di Parma 2020+2021, permette di sperimentare e programmare i percorsi di visita previsti dal progetto che mettono in rete i luoghi più significativi, in città e nel territorio, nei quali scoprire il tema sia nelle sue evoluzioni storiche sia nella sua importanza attuale aumentando così la consapevolezza dell’importanza quotidiana della risorsa idrica e delle politiche ad essa collegate.