Un debito di centomila euro da sanare, e le richieste sempre più insistenti, fino a diventare minacce. Così un 63enne sardo è finito dietro le sbarre insieme ad un complice albanese, assolto un terzo uomo.
Minacce, via sms e al telefono: la vita per un 40enne di Colorno era diventata un inferno. L’uomo aveva contratto, secondo I.G., 63enne di Carbonia Iglesias, un debito da 100mila euro per affari con S.C. in arte Jack, pluripregiudicato di origini albanesi.
Dalla conversazioni nelle mani degli inquirenti si alternano frasi del tipo “famiglia e figli devono stare tranquilli”, “meglio non fare arrabbiare Jack”. Frasi palesemente intimidatorie, continuate fino alla decisione del colornese di sporgere denuncia, lo scorso luglio, contro Jack, I.G. e un terzo uomo, non ancora identificato.
Arrestati a luglio, S.C. è stato rinviato a giudizio mercoledì dal gup Alessandro Conti, mentre I.G. è stato condannato a 42 mesi di reclusione. Un connazionale di Jack e presunto complice era già stato assolto con rito abbreviato perché estraneo ai fatti.