“Nato a Parma il 10 febbraio 1936, ha frequentato l’Istituto De La Salle, il Liceo Ginnasio Romagnosi e la Facoltà di Giurisprudenza, laureandosi nell’anno accademico 1959/60 con una tesi su L’autonomia della Chiesa nel diritto ecclesiastico italiano dal 1848 ad oggi”.
Si raccontava così Pier Paolo Mendogni, storica firma della Gazzetta di Parma e di Tv Parma, con cui ha scritto pagine indimenticabili della città e del giornalismo locale, ma anche e soprattutto uomo illuminato, parmigiano fiero dai modi garbati e mai eccessivi, maestro di giornalismo e vita, critico d’arte. Mendogni lascia la moglie, due figlie, cinque nipoti, e un’eredità culture e professionale forse pesante troppo pesante da eguagliare per il mondo strillato dei social, tanto distante da lui.
Meglio raccontarlo con le sue stesse parole, che era tanto bravo a diluire.
“Ha iniziato giovanissimo a collaborare a il Resto del Carlino, scrivendo il primo articolo nel novembre del 1952 e venendo assunto regolarmente subito dopo la laurea. Durante la direzione di Giovanni Spadolini è stato chiamato più volte a Bologna con vari incarichi e per diversi anni è stato impiegato pure come inviato per la serie A di calcio.
Insieme al lavoro giornalistico quotidiano si è sempre interessato di arti figurative con la funzione di critico.
Nel 1977 è passato alla Gazzetta di Parma e quando l’editrice ha acquistato TV Parma 1980 è stato mandato in televisione ad organizzare il telegiornale (che non si faceva ancora) e dirigere i servizi giornalistici.
Tornato in Gazzetta come capocronista, è diventato poi caporedattore, vicedirettore e condirettore.
Nel 1998 gli è stata affidata la direzione di Aurea Parma (il quadrimestrale di storia, arte e letteratura fondato da Glauco Lombardi nel 1912) che ha tenuto fino al 2015. Andato in pensione, ha continuato a collaborare col quotidiano nel settore delle arti figurative, seguendo le mostre italiane più importanti, e anche con articoli sulla storia locale.
Ha scritto diversi libri tra cui Il Correggio a Parma, Il Medioevo a Parma. Chiese e castelli, Il Duomo di Parma, Il Battistero di Parma, Santa Maria della Steccata, Il castello di Torrechiara, Sant’Antonio abate uno scrigno rococò, San Quintino, I teatini a Parma, Parma. Nuova Guida artistica, Arte a Parma nel Novecento fra cronaca e storia, oltre a numerosi saggi inseriti in libri e riviste e presentazioni di artisti.
Socio corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, è stato insignito dell’Ordine di San Lodovico come cavaliere.
Ha fatto parte del Consiglio di amministrazione del Museo Bodoniano dal 1999 al 2004 ed è stato nella Commissione Toponomastica del Comune dal 1999 al 2012.
Nel 1993 è entrato nel Rotary Club Parma dove è rimasto fino al 2015. Dal 2012 al 2017 è stato consulente del Museo Bocchi e membro del Comitato Scientifico della MUP.
Ha regalato oltre millecinquecento libri d’arte alla Biblioteca Palatina”.
Alla famiglia di sangue, e a quella di cuore, della Gazzetta di Parma, le condoglianze del direttore, Francesca Devincenzi, che ha spesso avuto la fortuna di incontri e confronti con lui, e della redazione de “Il Caffè Quotidiano” e “Parmapress24“.