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Aurelio, l’autopsia scagiona il ritardo degli amici: due fratture lo hanno ucciso sul colpo

E’ morto sul colpo, Aurelio Sokoli. Il diciassettenne franato al suolo da un capannone dell’area ex Cerve, è stato ucciso da due fratture al cranio che non gli avrebbero lasciato scampo nemmeno se i soccorsi fossero stati immediati. E’ questo il primo esito dell’autopsia, che verrà depositata in Procura nelle prossime settimane.

Il medico legale scagiona gli amici di Aurelio Sokoli dall’accusa di omissione di soccorso: i primi esiti dell’autopsia infatti affermano che il diciassettenne crollato dal tetto di un magazzino dismesso all’ex Cerve è morto sul colpo a causa di due fratture al cranio. Quindi anche se i due amici, uno appena maggiorenne l’altro diciassettenne non avessero tardato, prima distratti dalla perlustrazione, poi terrorizzati, a chiamare i soccorsi, non sarebbe cambiato nulla.

Nemmeno l’immediatezza dei soccorsi avrebbe potuto salvarlo. Ma ora continuano le indagini per capire cosa esattamente i ragazzini facessero, in quel magazzino diventato cassa da morto, e cosa sia successo esattamente. Anche se l’orologio di Aurelio, fermatosi sulle 17,45, sembra fornire un altro dettaglio: l’orario esatto della caduta.

Pochi minuto dopo, quindi, da quando i due amici lo avevano visto arrampicare su un traliccio e sparire, invitandolo invano a lasciar perdere.

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