Nei primi tre mesi 2015, le imprese attive perdono 2.563 unità (-0,6 per cento) rispetto al trimestre precedente.
Riduzione congiunturale più contenuta degli ultimi 7 anni. In calo costruzioni (-943), agricoltura (-798), commercio (-657). Segnali positivi dai servizi. In crescita le società di capitale (+887), riduzione contenuta per ditte individuali (-2.893), accelerata per le società di persone (-597).
Manca ancora il segno positivo, tuttavia gli effetti negativi della recessione paiono attenuarsi, anche con riferimento alla nati-mortalità delle imprese.
Nel primo trimestre del 2015, secondo i dati del Registro imprese delle Camere di commercio, elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, in regione le imprese registrate erano 461.421 a fine marzo, quindi 2.476 in meno rispetto dicembre 2014.
E’ la riduzione più contenuta degli ultimi 4 anni e in linea per ampiezza (-0,5 per cento) a quello nazionale. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le iscrizioni (9.081) sono lievemente diminuite, mentre le cessazioni (11.612) hanno avuto una contrazione leggermente più ampia, e sono più attenuate che nel 2011.
Il dato delle imprese attive rende l’effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine marzo, le imprese attive erano infatti 410.238, ovvero 2.563 in meno (-0,6 per cento): rispetto a fine dicembre la riduzione congiunturale più contenuta degli ultimi 7 anni, con l’eccezione del primo trimestre 2011.
Settori di attività economica
Hanno determinato la riduzione le costruzioni (-943 unità, pari a -1,4 per cento), l’agricoltura, silvicoltura e pesca (-798 unità, -1,3 per cento) e il commercio (-657 unità, -0,7 per cento). La manifattura ha perso lo 0,7 per cento delle imprese. Segnali positivi sono venuti dalla crescita delle attività di supporto per le funzioni d’ufficio e alle imprese, dalle attività professionali, scientifiche e tecniche e dai servizi di informazione e comunicazione.
Forma giuridica
Andamenti nettamente divergenti per le tipologie di impresa. La contrazione della base imprenditoriale è derivata dall’andamento negativo delle ditte individuali (2.893 unità, -1,2 per cento) e dalla flessione delle società di persone di 597 unità, compensate in parte dalla crescita delle società di capitale (887 unità +1,1 per cento), la più ampia dal primo trimestre del 2009.