Aurelio Sokoli aveva diciassette anni,studiava al Rondani ed era felice. Ma la sua passione per il “parkour”, sport estremo di corse e volteggi nelle aree urbane dismesse, lo ha schiantato a terra. Un volo di dieci metri nell’area ex Cerve se lo è portato via intorno alle 19 del 2 di giugno.
“Guidare a fari spenti contromano nella notte, per vedere se è poi così difficile morire…”.
Aurelio Sokoli, origini albanesi ma cittadino italiano da qualche giorno, diciotto anni da compiere tra diciotto giorni, è morto sotto il sole di un pomeriggio di festa, senza avere nemmeno il tempo di imparare a guidare.
Aurelio frequentava il Rondani, quarto anno. Martedì pomeriggio con due amici da Via Genova si è infilato nell’area ex Cerve. Sportivo, appassionato di palestra e boxe, era un amante del “parkour”, lo sport estremo di camminare correre e volteggiare in aree urbane dismesse.
Un cartello dice “severamente vietato entrare”, ma il cancello ormai era solo accostato segnalano alcuni residenti, accorsi sul luogo della tragedia.
Una volta dentro, forse solo, forse con uno dei due amici, si è arrampicato lungo la scala di ferro che porta in alto, su che quei tetti industriali esausti, fradici di tempo, smog, abbandono. Da li vedeva ciminiere dismesse dismesse, spazi ex industriali lasciati a l’incuria, mangiati dal passare inesorabile della vita che li non si ferma più, capannoni marci di vecchiaia, abbandono.
Ha corso, Aurelio. Pieno di quella adrenalina dei diciassette anni, di quell’immortalità della giovinezza. Figlio di una famiglia perfettamente radicata in Viaa De Ambris, praticamente dall’altra parte di Via San Leonardo, chissà che non vedesse anche il tetto di casa sua, da lassù.
Studente modello, aveva tanti amici, oggi disperati, una festa di compleanno già organizzata, una vita davanti. Finita schiantato al suolo dopo un volo di dieci metri, alle diciannove, quasi il tramonto, di un giorno di festa.
E fa stridente ironia il cartello esposto sul fronte di Via San Leonardo della stessa area: “messa in sicurezza edificio area ex Bormioli”. Troppo tardi.
IL PRECEDENTE – Qualche anno fa, in un sabato mattina d’autunno, un uomo disperato dopo aver perso il lavoro e la famiglia si arrampicò sul tetto abbandonato dell’ex vetreria. Scese solo la sera, dopo lunghe trattative. Indenne. Lui forse avrebbe voluto morire. Aurelio, invece, voleva solo vivere.
PARKOUR – COS’E’? – Il parkour o freerunning è una pericolosissima disciplina estrema. A inventarla furono 9 ragazzi francesi, il collettivo Yamakasi. Saltavano da un tetto all’altro di Parigi: la chiamavano Art du deplacement. Nel 2001 furono anche protagonisti di un film “Yamakasi-I nuovi samurai”.
Ma la moda di saltare tra i tetti è protagonista di un’altra pellicola molto più recente “Brick mansion”, ultimo film di Paul Walker, l’eroe di Fast and Fuirious, poi morto in un incidente d’auto.
Ecco le “prodezze” di alcuni ragazzi parmigiani pubblicate su YouTube: guardare e non imitare.