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I lavoratori del Verdi: “Paradosso che una città come Parma perda lo scalo”

Che l’aeroporto di Parma stia esalando l’ultimo respiro, è ormai risaputo. Così come che, forse, la Regione ha fatto troppo poco per salvarlo. E che per una città come Parma perderlo sia assurdo, è assolutamente condivisibile. Lo ribadiscono a gran voce i lavoratori dello scalo.

Ecco la loro nota:

“I lavoratori dell’aeroporto Giuseppe Verdi di Parma unitamente alle organizzazioni sindacali, Uiltrasporti Emilia e Filt Cgil Parma a pochi giorni dalla convocazione dell’assemblea dei soci, programmata per il prossimo 11 giugno 2015, esprimono forte preoccupazione per l’incertezza legata alle sorti dello scalo parmigiano.

Ad oggi i lavoratori della scalo, nonostante la precarietà della situazione, garantiscono quotidianamente, con efficienza, entusiasmo e professionalità immutati, un servizio prezioso per il territorio e per i numerosi utenti che arrivano e partono dall’aeroporto stesso.

L’aeroporto è stato oggetto di interesse negli ultimi tempi, da parte di grosse società estere ed italiane, non solo di settore, anche grazie ad un precedente intervento del Governo che ha garantito pubblicamente la sostenibilità dell’investimento. Attualmente si registra la perdita di attenzione e di sensibilità circa il futuro dello scalo.

La ventilata ipotesi di chiusura porterà immediatamente ad una perdita economica legata al passaggio dei turisti: trasporti locali pubblici e privati, hotel, bar, ristoranti, musei e Teatro Regio e tutti i luoghi di interesse che arricchiscono il nostro territorio.

Due milioni di euro è la potenziale ricchezza annua che il territorio perderà in caso di chiusura totale dello scalo parmigiano, se si fa riferimento anche solo alle piccole cifre che vengono spese a Parma dai passeggeri in transito per l’aeroporto.

In una città come Parma, vanto culturale, enogastronomico e storico in Italia, con un’amministrazione che sembra puntare insistentemente sul turismo, il paradosso sarebbe la perdita di un aeroporto che lega territorio, persone, ricchezze ed affari.

A differenza di altre realtà aeroportuali italiane, in cui la regione investe esponenzialmente sugli scali medio piccoli, in Emilia Romagna si pretende unicamente la sostenibilità privata per offrire un significativo servizio pubblico all’utenza.

Il beneficio che ricade sul territorio e non solo, dalla presenza di un aeroporto cittadino è, in realtà, incalcolabile, le forze politiche e le istituzioni hanno il dovere di intervenire a sostegno di un’infrastruttura esistente e produttiva. Tralasciando i lavoratori che perderanno il proprio posto, per i quali, quanto meno si auspica la ricollocazione, un bene come l’aeroporto Giuseppe Verdi va difeso e trattato come un valore aggiunto che impreziosisce la nostra città e apporta ricchezza al territorio”.

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