Le Biblioteche del Comune di Parma e la Toscanini organizzano giovedì 4 luglio alle 17.30 presso la Sala Paer del Centro di Produzione musicale La Toscanini l’incontro con il musicista, direttore d’orchestra e autore Federico Maria Sardelli, che presenterà il suo romanzo storico L’affare Vivaldi. Il libro, edito da Sellerio, è un’appassionante ricostruzione di un grande enigma culturale, la storia della discesa nell’oblio della musica di Antonio Vivaldi, e della sua travolgente riscoperta, tra il Settecento e l’Italia fascista.
Se conosciamo Vivaldi oggi, oltre alla Quattro Stagioni ciò è dovuto alle peripezie dimenticate – assurde, incredibili, comiche, cariche a volte di suspense, intricate come uno spettacolo comico e farsesco – che questo romanzo storico rivela.
Il Prete Rosso, passato di moda dopo una vita di successi, morì in miseria e indebitato fino al collo. I manoscritti con la sua musica inedita passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli. Riemersero grazie all’avidità di un vescovo salesiano e all’intelligente intuito di due studiosi appassionati, Luigi Torri e Alberto Gentili, direttore della Biblioteca Nazionale di Torino il primo, musicologo dell’Università della stessa città il secondo, che sono dunque i veri eroi di questa vicenda. Se oggi conosciamo Vivaldi lo dobbiamo a loro.
La vicenda passa anche da Parma: i manoscritti vivaldiani, nel 1778, arrivarono nelle mani di Matteo Luigi Canonici, gesuita, bibliofilo, Academicus, cioè direttore degli studi del Collegio dei Nobili, ma poi cacciato da Parma, con tutti gli altri gesuiti, nel 1768 dal ministro Du Tillot, il quale però, in virtù dei servigi resi alla famiglia Borbone, gli concesse di mantenere ogni suo avere.
Federico Maria Sardelli è uno dei massimi esperti di Vivaldi, nonché scrittore satirico. Egli ricostruisce il destino delle carte del grande compositore seguendo due percorsi. Da un lato gli eventi successivi che le seppellirono nell’oblio dal 1741 alla riscoperta; dall’altro la caccia all’indietro che i due miti eroi intrapresero per recuperarle. E poi le vicende pazzesche legate al tentativo di renderle aperte alla fruizione pubblica. Dice Sardelli: «La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così. Diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare. La concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla storia».
L’incontro è ad ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili
Federico Maria Sardelli (Livorno, 1963) è membro del comitato scientifico dell’Istituto italiano Antonio Vivaldi e responsabile del Catalogo Vivaldiano. Direttore d’orchestra e flautista, con prime incisioni ed esecuzioni mondiali tra cui riscoperte e attribuzioni di opere vivaldiane, è un protagonista della rinascita del teatro musicale del Prete Rosso. Ha scritto La musica per flauto di Antonio Vivaldi (2002), e dirige la collana di musiche «Vivaldiana». Fumettista e autore satirico (Paperi in fiamme e Saggi di metafisica neorazionalista con un metodo sicuro per indovinare i gratta e vinci, tra le sue opere), collabora con «Il Vernacoliere» dall’età di 12 anni.
A seguire:
Dalle ore 20, Aperitivo in musica con Brandinas trio, ensemble jazz del Conservatorio “Boito” di Parma
Ore 21.30: Con sì fieri strumenti concerto diretto dal M° F. M. Sardelli con l’Orchestra dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”
Per informazioni e biglietteria: [email protected]