Un referendum popolare per il problema degli asili e delle scuole dell’infanzia, il cui count down per la sopravvivenza corre veloce verso lo zero. Lo sappiamo tutti e lo sa bene il sindaco Federico Pizzarotti, che da un lato dice “ben venga” dall’altro sa che sarà praticamente impossibile da mettere in pista. Già perchè il Consiglio Comunale si avvicina così come il voto della delibera che, seguendo almeno il cammino che l’Amministrazione ha fatto fino ad oggi, dovrebbe sancire la nuova riorganizzazione voluta proprio dal Comune.
Tre erano le possibilità illustrate dall’assessore al Bilancio Ferretti fino alla settimana scorsa:
1) internalizzazione dei servizi al Comune (strada sbandierata come maestra dal programma elettorale 5 stelle)
2) liquidazione della società ParmaInfanzia
3) bando di gara per un socio privato e prosecuzione dell’affidamento a ParmaInfanzia
Ma nell’ultima Commissione ad hoc di pochi giorni fa la decisione sembra essere stata presa e la soluzione C essere quella perseguita e la A dimenticata per motivi economici (costerebbe un milione e mezzo di euro) . Quindi al di là del fatto che la nuova ParmaInfanzia vedrà il 51% della proprietà nelle mani del Comune si dovrebbe procedere, in tempi anche stretti col bando di gara e con la riorganizzazione tanto cara al vice sindaco Paci. Con buona pace (scusate il gioco di parole) con chi sta ancora sperando di salvare la Tartaruga e a chi ancora crede al programma elettorale dei 5 stelle. Per questo il comunicato che segue sembra essere l’ultimo grido di dolore di un comitato che non si vuole arrendere almeno fino a che il voto non sarà espresso.
“A pag. 48 del programma del Movimento 5 Stelle per le ultime elezioni amministrative del Comune di Parma vi era indicata espressamente la volontà di iniziare un processo di reinternalizzazione dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali.
Un mese fa l’Amministrazione ha comunicato, a bando chiuso, a noi genitori della Scuola comunale dell’infanzia Tartaruga, che a partire da settembre sarebbe stata esternalizzata e privata di 2 sezioni (56 posti in meno). Contestualmente altre strutture verranno completamente chiuse attraverso una pesante operazione di riorganizzazione dei servizi educativi.
In nome di quella trasparenza tanto auspicata dalla nostra Amministrazione, abbiamo chiesto più volte, sia verbalmente che per iscritto, i dati economici precisi relativi al processo di riorganizzazione al fine di valutare la reale portata dei benefici che ne sarebbero derivati. Purtroppo non sempre abbiamo avuto delle risposte e quelle poche che abbiamo ricevuto risultavano spesso confuse e discordanti. Ora sembra che l’esternalizzazione del servizio della nostra scuola, la più grande di Parma e attiva nel quartiere da 40 anni porterà nelle casse del comune 44.000 euro, un ridicolo 0.02% del bilancio comunale.
A prescindere dai problemi di carattere economico che purtroppo tutti i comuni si stanno trovando ad affrontare, ci sembra che ci sia una forte volontà da parte dell’Amministrazione di andare verso una sempre maggiore esternalizzazione dei servizi educativi. Riteniamo che questa confusa politica condotta dall’amministrazione sulla base di una mera valutazione economico-finanziaria senza considerare gli aspetti educativi, che incentiva l’esternalizzazione nonostante non vi siano reali vantaggi economici e che prevede tagli sui posti gestiti dal servizio pubblico salvaguardando quelli gestiti dal socio privato, non solo tradisca quanto espressamente promesso in campagna elettorale, ma evidenzi una chiara visione aziendalistica dei servizi all’infanzia che trasforma i diritti in servizi e i bambini in numeri.
Proprio perché in aperto contrasto con il programma elettorale dei 5 stelle e, dunque, con la volontà espressa dalla maggioranza dei cittadini di Parma che li ha votati, riteniamo che questa Giunta non abbia la legittimazione politica per procedere alla esternalizzazione dei servizi educativi del Comune ed in particolare delle Scuole dell’infanzia attualmente in gestione diretta da parte del Comune stesso.
Consideriamo dunque indispensabile che sia data la parola ai cittadini di Parma affinché esprimano la propria volontà al riguardo.
Per realizzare tale scopo abbiamo costituito il 30 aprile 2015 un Comitato Promotore di Referendum Consultivo che ha depositato in Comune un’istanza per l’indizione di un referendum consultivo, avente ad oggetto il seguente quesito: “Volete Voi che il Comune di Parma mantenga la gestione diretta di tutte le Scuole dell’Infanzia Comunali che il Comune stesso ha gestito direttamente nell’anno scolastico 2014/2015 (La Tartaruga, Abracadabra, Alice, Archimede, Arlecchino, Fantasia, Il Giardino Magico, L’Aquilone, La Coccinella, La Locomotiva, La Mongolfiera, Mago Merlino, Soleluna), adottando tutte le azioni e gli atti a tal fine necessari ?”
Questa Amministrazione ha ribadito anche recentemente l’intenzione di coinvolgere i cittadini nei processi decisionali, ebbene con la nostra iniziativa offriamo alla Giunta la possibilità di consentire ai cittadini di Parma di esprimere la propria volontà.
Ovviamente perché questo referendum possa avere efficacia ed utilità è indispensabile che prima del suo svolgimento il Comune non adotti nessuna delibera che vada nella direzione della esternalizzazione delle Scuole dell’infanzia attualmente in gestione diretta. Le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Parma successivamente alla presentazione del referendum vanno invece in direzione opposta: a parola afferma che il referendum è bene accetto ma contestualmente comunica che la delibera relativa alle esternalizzazioni verrà approvata così come ora è: se ciò avvenisse il referendum non si potrebbe fare. E questo oltre che per ragioni giuridiche anche per evidenti ragioni politiche: che senso avrebbe un referendum consultivo se la decisione oggetto del consulto fosse già stata presa come ha intenzione di fare martedì prossimo la Giunta ?
Il Sindaco di Parma con la delibera di martedì prossimo non solo andrà in direzione opposta alle promesse elettorali ma impedirà consapevolmente ai cittadini di pronunciarsi sul referendum, questo Pizzarotti lo sa bene ma non lo dice. Che un po’, in fondo in fondo, si vergogni? Non sapremmo dire.