di Titti Duimio
“L’occhio, dal quale la bellezza dell’universo è specchiata dai contemplanti, e di tanta eccellenza, che chi consente alla sua perdita si priva della rappresentazione di tutte le opere della natura, per la veduta delle quali l’anima sta contenta nelle umani carceri, mediante gli occhi, per i quali essa anima si rappresenta tutte le varie cose di natura. Ma chi li perde lascia essa anima in una oscura prigione, dove si perde ogni speranza di vedere il sole, luce di tutto il mondo.” [Trattato della pittura, Leonardo da Vinci].
Si è tenuta ieri sera 22 gennaio alle ore 21 in Pilotta la prima conferenza del ciclo ‘Le capitali dell’Arte’ -I tesori di Parma raccontati’ dedicata al capolavoro ‘La Scapigliata’ di Leonardo da Vinci della collezione conservata alla Galleria Nazionale.
Marco Carminati, storico dell’arte e responsabile delle pagine di arte, design, architettura e beni culturali dell’inserto “Domenica” de Il Sole 24 Ore ha ricostruito il percorso storico e culturale che ha portato all’attribuzione della Scapigliata a Leonardo, di cui si celebrano proprio quest’anno i cinquecento anni dalla morte, ripercorrendo anche le tappe della storia cittadina che hanno portato la preziosa tavoletta a far parte dei tesori della Pilotta.
L’opera d’arte è adesso conservata nella Galleria nazionale di Parma dal 1839. Se è assolutamente certo che l’autore del dipinto sia Leonardo da Vinci, qualche dubbio si nutre ancora sull’anno di realizzazione del quadro. Si presume che l’opera sia databile intorno al 1508.
La prima menzione del quadro si rintraccia nel 1627 in un inventario di casa Gonzaga che già lo classifica come opera di Leonardo da Vinci.
Già nel secolo precedente, nel 1501, abbiamo prove che la marchesa Margherita Paleologa, moglie di Federico Gonzaga, chiedeva a Leonardo una Madonna da appendere nel suo studiolo privato.
Si può ipotizzare, con ogni probabilità, che il dipinto appartenga alla maturità di Leonardo e agli anni in cui l’artista realizzò la Vergine delle Rocce di Londra.
In ogni caso l’opera si trova alla Galleria di Parma dopo una serie di passaggi.
La Scapigliata apparteneva alla raccolta privata del pittore parmense Gaetano Callani che descriveva il dipinto come «rarissima cosa da trovarsi ai dì nostri». Dopo la sua morte, il figlio vendette il quadro all’Accademia di Belle Arti e poi alla Galleria Nazionale.
I “moti dell’anima” per Leonardo sono le espressioni, cioè i pensieri e i sentimenti che si leggono sul volto.
Da qui nasce il ritratto che racconta attraverso lo sguardo la donna e l’uomo della modernità non più classificabili nelle categorie dei caratteri psicologici maggiori ma vengono letti come persone uniche.
La ‘Scapigliata’ rientra in questo percorso narrativo del ritratto moderno che supera i canoni classici della bellezza aggiungendo “i moti dell’anima”, fissando sulla tela la leggerezza impercettibile delle emozioni.
La ‘Testa di fanciulla’ detta La Scapigliata, opera della collezione del Complesso monumentale della Pilotta di Parma, è un dipinto a terra ombra, ambra inverdita e biacca, un pigmento pittorico, realizzato su tavola. Le dimensioni misurano circa 24X21cm.
Il dipinto, un incompiuto su tavola (non un disegno preparatorio quindi), è ricordato sicuramente per la prima volta in un inventario di casa Gonzaga del 1627 come “un quadro dipintovi la testa di una donna scapigliata, bozzata, […] opera di Leonardo da Vinci”. Probabilmente era la stessa opera che Ippolito Calandra, nel 1531, suggeriva di appendere in camera di Margherita Paleologa, moglie di Federico Gonzaga e nuora di Isabella d’Este. Ancora più anticamente, nel 1501, la tavola è forse accennata in una lettera della marchesa a Pietro da Novellara, datata 27 maggio, in cui la marchesa richiedeva a Leonardo una Madonna per il suo studiolo privato.
“Fa tu adonque alle tue teste gli capegli scherzare insieme col finto vento intorno alli giovanili volti e con diverso revoltare graziosamente ornargli”. Trattato di pittura- Leonardo da Vinci.
Il ciclo di incontri è composto da sei conferenze aperte al pubblico, a ingresso libero e gratuito, presentate da sei critici d’arte e storici d’eccellenza che si terranno al Palazzo della Pilotta tra gennaio e giugno 2019, con cadenza mensile dalle ore 21 alle 22.
Sponsor unico dell’iniziativa A come A SGR che ha voluto essere presente all’incontro con il suo presidente Alberto Foà.
AcomeA SGR è una Società di Gestione del Risparmio specializzata in fondi comuni d’investimento e gestioni patrimoniali, con una lunga esperienza nel settore. AcomeA SGR sposa una cultura aziendale che poggia sulla sostenibilità, principio imprescindibile da cui partire per poter migliorare la società e l’ambiente in cui viviamo oggi. Per questo motivo, AcomeA riconosce l’importanza e incoraggia la realizzazione di iniziative culturali, artistiche e sociali volte a favorire il sapere in tutte le sue forme.