Le categorie del Pubblico Impiego di CGIL CISL UIL dichiarano lo stato di agitazione del personale dei servizi educativi del comune di Parma.
Nonostante il parere contrario di tutte le sigle sindacali presenti, l’Amministrazione Comunale ha deciso di procedere con una riorganizzazione che restringe i servizi (offrendo di fatto alla città oltre 200 posti/bambino in meno), limita fortemente il ruolo del pubblico e determina una diminuzione di posti di lavoro, soprattutto di personale precario non di ruolo.
La scelta è stata motivata in parte con il calo delle iscrizioni e in maggior modo con un problema di risorse derivante, a detta del Comune, dai tagli operati dai mancati trasferimenti statali. Nessuna risposta (nemmeno per contestare) è stata data a qualsivoglia proposta venuta dalle OO.SS. in tema di reperimento di nuove risorse (perché tagliare e basta? Si può anche agire sulle entrate) ma evidentemente questo non interessa all’Amministrazione comunale.
In questo momento esternalizzare due strutture (il nido Bolle di Sapone e la scuola dell’Infanzia la Tartaruga) significa operare una scelta non reversibile, stante l’attuale quadro normativo sulle assunzioni nel pubblico. Cosa succederà se tra un po’ di tempo si dovesse invertire la tendenza sia rispetto alla domanda sia rispetto al tema delle risorse? Quello che il Comune definisce una “ripubblicizzazione” del sistema con il passaggio della quota di partecipazione dall’attuale 49% al 51% è soltanto un giro di parole: è la modalità di gestione che determina la percentuale di pubblico e di privato/sociale del sistema.
La quota di partecipazione non cambia questo equilibrio. Restiamo convinti che una forte presenza del pubblico, all’interno di un sistema integrato, sia garanzia di qualità per tutti (bambini, famiglie, lavoratori) e per questo riteniamo che il Comune non debba abdicare al suo ruolo. Per questo abbiamo chiamato i lavoratori alla mobilitazione e chiediamo alle famiglie di essere con noi in questa battaglia.