Tanto tuonò, che alla fine piovve. Tanto ci furono critiche a pioggia, che alla fine è stata ritirata l’onorificenza al repubblichino parmigiano Paride Mori. La notizia arriva a poche ore dalla ricorrenza del 25 aprile, settantesimo anniversario della liberazione. A darne notizia sono i parlamentari parmigiani Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini che hanno ricevuto la lettera della Presidenza del Consiglio in cui vengono spiegate le motivazioni della decisione.
“Finalmente – spiega Patrizia Maestri – è stata riportata chiarezza nella ricostruzione storica del conferimento della medaglia a Paride Mori. E’ una decisione che condividiamo a pieno ma ci teniamo che non sia letta come un mancanza di rispetto per l’uomo, ma come un riconoscimento della verità e delle tante vittime del fascismo”.
La vicenda risale allo scorso 10 febbraio, quando nell’ambito della commemorazione del “Giorno del ricordo” dedicato alle vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata, è stato consegnato un riconoscimento, durante la cerimonia di Montecitorio, ai figli di Paride Mori, militare in un reparto fascista di bersaglieri durante la Rsi (a cui si era affiliato all’età di 42 anni), ucciso in combattimento contro i partigiani in Val Baccia, nella zona di Gorizia, nel febbraio 1944.
I parlamentari parmigiani del Pd erano intervenuti più volte in parlamento per chiedere la revoca del riconoscimento. “Il nostro impegno – sottolinea Maestri – con interrogazioni, interventi e pressioni ha dato il risultato sperato. Ringraziamo il governo che ha prontamente risposto alle nostre richieste” .
Il fatto che questa decisione arrivi a poche ore dal settantesimo anniversario della liberazione lo riempe ancora più di significato. “Questo – conclude la deputata Pd – è un segnale dell’attenzione che c’è su questi temi. Quello di domani sarà un 25 aprile ancora più bello”.