I protagonisti della serata evento per la consegna del premio Antica Corte Pallavicina andato in scena martedì 28 agosto 2018 al relais della famiglia Spigaroli a Polesine Parmense.
Custode di antichi saperi nella produzione di culatelli e di salumi ma anche in tutto quel sistema “Bassa Parmense” tanto raccontato da Giovannino Guareschi, la famiglia Spigaroli ha creato 13 anni fa un evento per valorizzare il territorio e rafforzare il profondo legame con il concetto di qualità in tutti i settori – a cominciare da quello agroalimentare – e a tutti i livelli. Anche nella XIII edizione della Notte dei Culatelli – andata in scena nella serata di martedì 28 agosto 2018all’interno dell’antica dimora storica dei Marchesi Pallavicino – a essere insignite del riconoscimento sono state personalità significative che hanno saputo distinguersi per l’accento posto sul rapporto vitale tra innovazione e origine, tradizione e progresso, che caratterizza anche la filosofia dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR).
In quello che ora è un silenzioso relais di campagna che custodisce le più antiche cantine di stagionatura dei culatelli ancora attive al mondo, a ricevere il premio Antica Corte Pallavicina nel corso dell’evento condotto da Luigi Franchi sono stati:
Aimo e Nadia Moroni, protagonisti del cambiamento gastronomico epocale di una città come Milano, dove arrivarono nell’immediato dopoguerra per inaugurare una storia che ancora oggi continua con il Luogo di Aimo e Nadia, gestito dalla figlia Stefania e dai Moroni Boy’s Alessandro Negrini e Fabio Pisani, nel segno degli stessi profumi di sempre.
Gianfranco Bolognesi, maitre sommelier romagnolo e fondatore de La Frasca a Castrocaro Terme, capace di proporre una carta, frutto di scelte personalissime, che ha segnato la strada a quanti sono venuti dopo di lui. L’ennesima metamorfosi del locale in Trattoria Bolognesi non ha cambiato quella civiltà delle buone maniere che rimane la nota di fondo di un luogo di lusso inteso come spazio, silenzio, piacere a prezzi contenuti.
Ezio Santin e Renata Fugazza, dotati di quel pizzico d’incoscienza necessaria ad aprire nel 1976 l’Antica Osteria del Ponte a Cassinetta di Lugagnano, divenuto in breve il secondo tristellato italiano di tutti i tempi. La loro testimonianza è un richiamo ai valori dell’ospitalità, a quello stile che vuol dire accoglienza, sorriso, eleganza. Ma, soprattutto è un appello ai giovani a cui non mancano mai di ricordare che il lavoro della ristorazione è un sacrificio che può dare grandi soddisfazioni.
Come nelle passate edizioni, la serata è stata anche l’occasione per devolvere un importante contributo economico a #foodforchange, il progetto di Slow Food per il 2018 che vuole focalizzare l’attenzione sul cibo ed il suo rapporto con il cambiamento climatico.