Il decreto “Sblocca Italia” del governo Renzi sferra un attacco complessivo ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere , misure per favorire la dismissione del patrimonio pubblico, l’incenerimento dei rifiuti, nuove perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti, oltre a semplificare e deregolamentare le bonifiche.
Infatti con questo decreto, tra le altre cose, si spingerà all’incenerimento dei rifiuti, senza tener conto dell’ottimo lavoro svolto dai cittadini e dall’amministrazione locale che hanno portato la raccolta differenziata al 70%.
A peggiorare la situazione è la violenza con cuiIren continua a far pagare il prezzo più alto ai cittadini innalzando continuamente le tariffe delle utenze domestiche a discapito di migliaia di famiglie che a Parma come nel resto d’Italia, si trovano a fare i conti con una povertà sempre più violenta, mentre pochi continuano ad arricchirsi.
Le motivazioni della crescita dell’incidenza della morosità incolpevole sono da ricercarsi infatti, oltre che nella ormai nota difficoltà a trovare un’occupazione, nel continuo e inarrestabile aumento delle tariffe delle utenze che hanno registrato, anche negli ultimi mesi, dei rincari. E tra un balzello e l’altro in fattura ci finisce un po’ di tutto: acconti spropositati, conguagli stellari, e i costi di realizzazione dell’inceneritore.
A questi costi rendicontabili va aggiunto il costo “fuoribusta” che quotidianamente respiriamo a Parma maglia nera, in termini di qualità dell’aria, tra le province emiliane.
Oggi abbiamo deciso di bloccare uno dei simboli dello sfruttamento del suolo, l’inceneritore di Pama.
Lo facciamo perchè stufi dei continui aumenti in bolletta che ci troviamo a sostenere per ripagare i costi di un ecomostro, economicamente insostenibile e inutile per la cittadidanza.
Quello che chiediamo oggi a Iren è innanzitutto di rivedere il protocollo tra l’azienda e il comune di Parma, affinche sia Iren a sostenere i costi sociali delle loro stesse politiche cieche e sorde.
Crediamo che chi decide di gestire servizi così fondamentali per lo svolgimento della vita umana, com’è l’erogazione delle utenze domestiche, debba tener conto delle implicazioni sociali che questo “business” comporta. Riteniamo, inoltre, che tagliare le utenze a chi si trova in difficoltà economica sia un’infamia che lede alle fondamenta il concetto di dignità umana.
Chiediamo che il pagamento delle utenze venga ricalcoltato in base ai redditi dei singoli utenti cosi da evitare la solita dinamica di emergezialità che l’intera cittadinanza deve affrontare e che venga equiparata la tariffa dell’energia elettrica tra chi è residente e chi no, tenendo conto di migliaia di studenti dell’università di Parma che contribuiscono all’economia di questa città .
Pretendiamo l’istituzione di un minimo garantito su base universale per la fruizione dei servizi giudicati essenziali per la sussistenza e la progressivizzazione delle tariffe in base al reddito. Proposte che mirano nel complesso a garantire e a preservare il diritto alla dignità e alla vita.
Questa è la piattaforma che movimenti e famiglie portano oggi davanti ai cancelli dell’ecomostro, della multiutilities IREN, che fa utili sulle tariffe pagate da tutti noi e costringe sempre più famiglie nella trappola dell’insolvenza.
Non ci fermeremo fin quando un minimo di acqua, luce e gas non sarà garantito a tutti, a maggior ragione a chi incolpevolmente non possa pagare, fin quando non vedranno restaurato il proprio diritto ad un’esistenza degna.
Per questo reputiamo fondamentale rilanciare una piattaforma di mobilitazioni che sappia imporre le ragioni di movimenti e famiglie ad Iren ed alle Istituzioni competenti.Lanciamo per i prossimi giorni una campagna contro iren, ci troverete nelle strade e nei mercati cittadini di Parma .
Rete diritti in casa