“Lo stato degli arretrati non cambia le cose, il punto è che il Comune è tornato a disporre dello stadio. Il problema non è solo l’insolvenza, ma il fatto che il Parma calcio ha sottoscritto dei piani di rientro non mantenuti, e noi siamo costretti a tutelarci. Lo stadio è del comune che lo aprirà quando riterrà opportuno”.
Parole chiare, quelle dell’assessore allo Sport Giovanni Marani, parole che non lasciano spazio a dubbi o interpretazioni in merito alla revoca della concessione dello stadio Tardini al Parma Calcio.
“Se c’è la volontà e possibilità di farsi carico dei costi (circa 50.000,00 € ad ogni evento sportivo, ndr), il Parma Calcio chiederà il Tardini e noi saremo ben felici di concederlo. La prossima data utile, o meglio, la prossima partita, è il 22 marzo, e vedremo se ci sarà la transizione con la Lega e il curatore fallimentare, e se sarà arrivata la possibilità di farsi carico dei costi da parte di soggetti terzi. Le porte dello stadio saranno sempre aperte per la squadra”.
E allora perchè arrivare a questo punto? “Per evitare imprevisti come contro l’Udinese, con la squadra, o meglio la società, non in grado di adempiere agli obblighi per partita, un’ empasse a cui nessuno poteva trovare soluzioni (la mancanza di steward, sicurezza e affini, ndr).
Ma da Manenti cosa si aspetta il Comune? “Non ci aspettiamo più niente. Noi abbiamo creato le condizioni migliori per mettere lo stadio a disposizione di chi può aprirlo. Il 12 e il 19 scadenze precise, tra Procura e Tribunale. Vedremo”.
Si, vedremo.