Il gruppo milanese è conosciuto in tutto il mondo non solo per i suoi prodotti ma anche per le sue campagne pubblicitarie e per i calendari, realizzati dai migliori fotografi del mondo.
Il gruppo Pirelli è noto ai più per i suoi prodotti di qualità, ma in realtà è un’azienda famosa anche per le sue campagne pubblicitarie, per i calendari (anche questi molto consociuti, per quanto siano predestinati solo a un ristretto numero di eletti) e, più in generale, per le iniziative della Fondazione Pirelli e della Fondazione Pirelli Hangar Bicocca.
Per chi non dovesse conoscerla, Pirelli Hangar Bicocca è, prima di tutto, una fondazione no profit nata nel 2004, e poi è uno spazio espositivo ottenuto dalla riqualificazione di uno stabilimento industriale di Milano. Si tratta di uno delle aree espositive più estese d’Europa, con i suoi 15.000 metri quadrati, e annualmente dà la possibilità di vedere mostre di artisti italiani e non.
La Fondazione Pirelli, invece, “nasce nel 2009 per volontà del Gruppo e della famiglia Pirelli per salvaguardare e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale, storico e contemporaneo dell’azienda e promuoverne la cultura d’impresa”. Il Presidente della Fondazione Pirelli è Marco Tronchetti Provera, nonché amministratore delegato di Pirelli. Quest’associazione si occupa di diverse attività, tra cui la cura dell’archivio storico dell’azienda milanese, ed è grazie alla sua collaborazione che recentemente è stato pubblicato il libro “La Pubblicità con la P maiuscola”, edito da Corraini, una raccolta di immagini (e non solo) che racconta la storia di Pirelli.
Al prima impatto, potrebbe sembrare un’opera autocelebrativa ma, fermandosi un attimo a riflettere, è facile capire che in realtà si tratta di un pezzo di storia del nostro Paese e a breve vi diremo il perché.
Le immagini raccolte sono 800 e ricalcano la storia del Gruppo milanese dagli anni Settanta al Duemila. Chi è interessato ai decenni precedenti, può far riferimento al libro “Una musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto”, del 2011, un’altra edizione Corraini.
“La Pubblicità con la P maiuscola” è un volume che gli appassionati di comunicazione e di disegno industriale troveranno meraviglioso e, magari, illuminante.
Come abbiamo accennato, in questo volume sono presenti dei pezzi di storia italiana, poiché non vengono tralasciati neanche temi di politica e sociologia. Immaginiamo il clima successivo al Sessantotto: i pubblicitari vengano additati negativamente, Pirelli, però, non resta insensibile davanti al malcontento e crea delle campagne pubblicitarie etiche, con scopi sociali.
Tra le diverse tematiche, Pirelli promuove anche l’uso della bicicletta e delle moto.
Ma perché il volume prende il nome “La Pubblicità con la P maiuscola”?
La risposta è da ricercare in una sensazionale campagna del 1978, creata dall’agenzia creativa Centro, che al tempo lavorava all’interno dell’azienda.
Furono sistemate 140 auto in una pista d’atterraggio e fotografate a 85 metri di altezza, senza alcun dispositivo digitale. Le auto erano disposte in modo da formare una P allungata, che darà poi via allo slogan per lo spot pubblicitario “Pneumatici con la P maiuscola”.
La prima prova con il digitale avviene nel 1981, con lo spot “Pirellibility”; mentre le strategie di marketing più seducenti e patinate risalgono agli anni ‘90 e sono firmate da agenzie internazionali del calibro di Armando Testa e Young & Rubicam.
Oltre alle immagini, in “La Pubblicità con la P maiuscola” sono presenti saggi di Antonio Calabrò, che contestualizza il periodo storico, Paola Dublino che ci aiuta a capire l’ottica pubblicitaria internazionale, Carlo Vinti e Michele Galluzzo ci spiegano le evoluzioni delle strategie comunicative Pirelli.
In questo volume si apprezza anche la divisione del materiale in pubblicità sociale, campagne istituzionali e pubblicità industriali. Il libro, inoltre, è fornito di Qr code, che consente di vedere con i vari dispositivi altro materiale presente sul sito, come i Caroselli e alcuni degli spot più famosi.
Come già accennato, il rapporto di Pirelli con l’arte e l’esclusività riguarda anche i suoi calendari, celebrati nel 2013 per il cinquantenario di The Call, con una rassegna allestita all’interno dell’Hangar Bicocca.
La prima pubblicazione del Calendario Pirelli risale al 1964, interrotta per 10 anni a partire dal 1974 per via della recessione economica. La tiratura di questi calendari, che ogni anno ospitano scatti di fotografi illustri, è limitata e riservata solo ai Vip e ai maggiori clienti Pirelli.
L’edizione del 2018 è affidata a Tim Walker un fotografo britannico che condurrà i (pochi) fortunati nel Paese delle Meraviglie.
Il fotografo inglese, classe 1970, per il suo The Cal ha ritratto dive come Uma Thurman, Kate Winslet, Penelope Cruz e Nicole Kidman, tutte al naturale.
Sono immagini eleganti e, chiaramente, patinate, ma con un tocco di genuinità. Sarà interessante vedere Naomi Campbell nel ruolo della tagliatrice di teste della Regina di Cuori, ruolo interpretato dall’attore e drag queen RuPaul, mentre Duckie Thot (modella australiana di origine sudanese) interpreterà Alice.