Ieri è stata una bellissima domenica di calcio e tifo a Colelcchio.
Amichevole in campo, tifosi sugli spalti colori, applausi e cori.
Ma cosa c’è di normale in una domenica senza serie A, con l’altra A in campo e il Parma contro se stesso, alla seconda partita rinviata?
E’ giusto e comprensibile, voler mandare un segnale. Chiedere alla Lega, alla Figc e alla Covisoc dov’erano loro, mentre per l’Irpef non pagata il Parma veniva estromesso dall’Europa. Come potevano pensare che chi non paga le tasse abbai i soldi per fare un campionato?
Come hanno potuto e voluto credere all’errore?
Come hanno permesso che chi accennava a dire qualcosa, a fare domande, provare a guardarci dentro venisse tacciato di logorrea, malafede, addirittura disamore per il Parma mentre chi lo governava la mandava a fondo?
E ora, almeno ora, aprano gli occhi.
Quando una squadra non gioca, non per pioggia ma per forzatura, il campionato è falsato.
Due gare da recuperare sono un segnale importante al sistema: non si tappi gli occhi di nuovo. Faccia qualcosa, salvi il Parma per salvare tutti. O lo affondi, ma salvi se stesso. Perché Parma sia un esempio, non un soldato solo con un fucile scarico.