“Vi assicuro che il nostro stato d’animo, e parlo per me e per l’assessore allo sport, dopo aver incontrato Manenti, è veramente dei peggiori. Non abbiamo avuto garanzie, abbiamo avuto davanti una persona che eludeva le risposte, e comunque anche se prima è andato in banca e ora ci sta tornando non ci ha dato l’idea di avere le idee chiare, un piano concreto. E’ una persona cui credo vada interdetto l’accesso allo stadio”. Esordisce così Federico Pizzarotti quando i portici del grano si sono svuotati e Manenti è già scomparso sulla volante che ne ha evitato il linciaggio.
“Ho già chiamato il Presidente della Lega, l’Aic, ora chiamerò Tavecchio perchè questa situazione va presa in mano ancora di più. Io penso che questa persona non abbia una credibilità per la città, sarei curioso di sapere da dove dovrebbero arrivare i suoi soldi, sempre ammesso che arrivino. Non penso che la città si meriti questa persona, la settimana prossima voglio incontrare le istituzioni del calcio e i giocatori”.
Parole pesanti come macigni, che mostrano tutta l’amarezza del sindaco per la situazione in cui versa la società di calcio.
“Alla città e ai tifosi serve chiarezza, stiamo valutando di chiudere il Tardini e di inibirlo all’uso perchè vogliamo un interlocutore serio. Non è chiuso alla squadra, alla città o ai tifosi, e se arriverà un contributo dalla Lega o dal Tribunale saremo i primi a collaborare. Ma questa persona che non ci ha dato nessuna garanzia ad oggi, non pensiamo sia un interlocutore credibile per la città. Gestione diretta? Ci stiamo pensando“.
Manenti avrebbe garantito, o meglio, farfugliato in quello che ormai pare solo un delirio di onnipotenza, di avere pronti 50milioni provenienti da famigerati sponsor. “Non so se li abbia, non gli credo. E comunque non credo che la città meriti e voglia soldi di cui non sappiamo la provenienza”.
Anche se il Parma Calcio deve parecchi soldi al Comune. “Ci deve 700-800mila euro, non al comune drittamente, ma a Parma Infrastrutture e ad altre partecipate per ragioni diverse. Più volte è stato chiesto rientro ma i tempi non sono mai stati rispettati. D’altronde dovevamo usare anche una certa delicatezza trattanodsi della squadra della città e di un campionato che doveva andare avanti. Ma ora la situazione è paradossale, siamo arrivati a non giocare”.