di Titti Duimio
Che l’amore fosse materia complicata lo si sapeva e che le relazioni umane funzionassero sempre in bilico tra logica e follia pure, ma che il nostro modo di amare fosse un mix di esperienze passate e di gestualita’ inconscie l’abbiamo imparato lunedi’ sera 3 luglio alla libreria Feltrinelli dove il dott. Roberto Cavaliere ha presentato il suo ultimo libro ‘Se non mi amo, non ti amo’ ed. Franco Angelo per la collana Le Comete.
Dopo una breve introduzione della dott.ssa Amalia Prunotto consulente della LIDAP (Lega Italiana contro i Disturbi d’ansia e da attacchi di Panico) il dott. Cavaliere psicologo e psicoterapeuta, ha tracciato un quadro sulle dipendenze e le problematiche affettive che ‘infestano’ e inficiano la qualita’ delle relazioni e del concetto di amore.
‘La dipendenza affettiva e’ una delle nuove dipendenze e, a differenza della tossicodipendenza o dalla ludopatia, e’ indirizzata verso una persona e non verso un oggetto e questo complica il percorso di distacco perche’ esiste la possibilita’ di riaggancio in ogni momento. I sintomi classici che trasformano una normale relazione in dipendenza sono ossessione, ansia e controllo che in tempi di internet e social diventano totali. Come in ogni dipendenza da sostanza la caratteristica principale e’ il fenomeno del craving e’ cioe’ un desiderio irrefrenabile di ‘assumere’ una dose della persona oggetto delle nostre attenzioni che, inizialmente, porta benessere ma in seguito prende un’accezione negativa e diventa fonte di malessere senza riuscire ad evitarlo.
L’equivoco sta proprio qui: cerco l’altro perche’ senza sto male e non perche’ con lui sto bene. Annullarsi e dimenticarsi di se stesso e dei propri bisogni e’ la caratteristica costante delle personalita’ dipendenti, una mancanza di consapevolezza di se’ che deriva dall’infanzia a dai traumi da separazioni ricevute nei primi anni di vita, o meglio l’elaborazione personale di episodi magari banali vissuti in maniera traumatica.
L’accettazione e l’affettivita’ ricevuta costruiscono la nostra attitudine ad amare l’altro in modo sano ed equilibrato e passano sempre attraverso la percezione di se stessi in relazione al mondo circostante.
Amore non e’ passione, e’ quello che rimane quando l’intenso trasporto emotivo si affievolisce e rimangono radici intrecciate nel profondo tra due persone che si rispettano e si confrontano. L’amore e’ dialogo in cui il protagonista e’ il ‘noi’ e non l’ uno o l’altro.
E per fare cio’ serve amore per se’ per poter regalare un sistema d’amore all’altro, se non ci si ama non si sa amare.
Il percorso terapeutico vertera’, quindi, sull’analisi dei propri bisogni e dei propri confini per imparare a conoscersi e mettersi al centro della propria vita. Ama il prossimo tuo come te stesso, non di meno, non di piu’, senza affidare la propria felicita’ nelle mani di qualcuno altro diverso da te stesso.
L’amore immaturo afferma: ‘ti amo perche’ ho bisogno di te’, la formula corretta, invece, dovrebbe essere: ‘ho bisogno di te perche’ ti amo’, sfumatura non da poco che concentra su di se’ l’atto d’amore e non la soddisfazione di un bisogno.
L’altro non colma vuoti ma aggiunge valore alla mia gia’ piena vita meritevole d’amore. Imparare a perdonare e a perdonarsi e’ importante per saper amare in modo equilibrato. Se non mi amo, non ti amo’
La serata e’ proseguita con un seminario esperienziale a cura dell’autore sulle tematiche presenti nel volume presso i locali dello studio di psicologia e psicoterapia di via Mazzini.