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“Piccolo Picasso”: il bimbo in fuga dai talebani che sogna di essere un artista

di Roberta Nardone

“Quando disegno mi diverto, mi sento bene e non penso a nient’altro.”

Il piccolo Farhad Nouri, bimbo afghano di soli 10 anni, ha attirato l’attenzione dei media per il suo talento ma soprattutto per le tematiche molto forti affrontate nei suoi disegni. E’ chiamato il “Piccolo Picasso”.

Già, perché, nonostante la sua tenera età, Farhad è in fuga dall’Afghanistan, dove era perseguitato dai talebani, con i suoi genitori e due fratelli più piccoli. Come tanti altri è bloccato da mesi in un centro accoglienza in Serbia, lo “Krnjaca” vicino a Belgrado. La famiglia è impossibilitata a proseguire il viaggio che dovrebbe portarli prima in Svizzera e poi verso l’America.

Oltre che per il suo stile, Farhad nei suoi disegni affronta problemi molto sentiti, come la divisione tra mondo orientale e mondo occidentale.

Il piccolo sogna di diventare pittore e di migliorare il suo talento. Quel talento che sembra proprio un dono fatto dal cielo in questo periodo storico, in quella parte di mondo, in cui l’arte diventa piccolo barlume di speranza, piccola ancora di salvezza.“Vorrei andare da qualche parte dove imparare a dipingere bene e sviluppare il mio talento.” Sono queste le parole con cui il piccolo ha risposto ad un’intervista a “La Repubblica”.

Di fronte a tanta bravura e davanti ad un bimbo così piccolo con un sogno così grande, non c’è differenza culturale o religiosa che tenga.

Un blocco da disegno, una matita e uno smartphone sono i suoi strumenti da artista. E’ proprio su internet che infatti il piccolo trova l’ispirazione: tra le notizie di cronaca internazionale, tra i volti dei politici come Angela Merkel e delle attrici come Angelina Jolie.

 

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