Non ci sono nemmeno i soldi per giocare. Cose da non credere, ma purtroppo è tutto vero, visto la società emiliana non ha il denaro necessario per organizzare la partita di domenica al Tardini con l’Udinese.
Nella cassa del club sono rimasti solo 40mila euro circa. Con quali soldi organizzare la partita di domenica? E poi, se anche si riuscisse a mettere insieme qualche migliaia di euro, quali prospettive ci sarebbero? Il Parma infatti con quello che ha in cassaforte, non può concludere il campionato, se non arriva il finanziamento tanto sbandierato dal nuovo presidente Manenti, la società gialloblù sarà costretta a fare l’elemosina.
Il problema più importante riguarda la luce elettrica: l’ente fornitore sarebbe sul punto di staccare l’utenza dello stadio. La speranza è di avere una proroga e riuscire a risolvere questo problema. Anche gli steward, proprio ieri da queste pagine, hanno denunciato l’insolvenza del Parma e la possibilità di scioperare. «Ci troveremo a mezzogiorno al Tardini poi decideremo»: hanno dichiarato. Quindi, che fare? Ma non è tutto. Altri servizi sono a rischio, vista la mancanza di fondi.
Le ambulanze, gli addetti alla sicurezza, tutti quanti percepiscono un piccolo o grande rimborso spesa ormai non vengono pagati da mesi. Ecco dunque che tutto è in dubbio. Parma-Udinese per prima.
La Lega, che ha tutto l’interesse affinché il torneo di Serie A sia regolare, farà in modo di dare un po’ di ossigeno al Parma. Oggi si terrà a Parma la riunione del Gos, il Gruppo Operativo Sicurezza formato dagli uomini della Questura, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco. Molto probabilmente verrà espresso un parere negativo sullo svolgimento della partita tra Parma e Udinese, a meno che non vengano risolte in tempi rapidissimi le questioni economiche.
Ieri intanto Giampietro Manenti, l’uomo che da una settimana si è insediato sulla poltrona di presidente e non ha ancora sborsato un euro, ha saputo delle difficoltà per garantire lo svolgimento di Parma-Udinese e ha assicurato che tutto verrà sistemato. Già, come aveva detto che lunedì sarebbero stati pagati tutti gli stipendi dei tesserati e dei dipendenti, e come aveva detto, martedì mattina, che i pullmini e l’automobile pignorati dall’ufficiale giudiziario sarebbero stati ricomprati nell’arco di pochi giorni. Manenti è lo stesso che aveva dichiarato che il bonifico c’era ma ancora non ce n’è traccia.
Se il Parma dovesse fallire, la società andrà all’asta: quando verrà acquistato nuovamente il titolo sportivo potrà ripartire dalla Lega Nazionale Dilettanti. Qui non c’è in ballo solo la partita con l’Udinese, ma l’intera storia del Parma.
Storia che meriterebbe almeno rispetto e dignità: forse staccare la spina darebbe l’unica soluzione per restituirgliele, mettendo fine a una stagione che sa sempre più di inutile agonia.