Che non si potesse pretendere uno spettacolo da Champions League lo diceva la classifica della vigilia: 9 punti il Parma, ultimo, il doppio il Chievo, terzultimo. Ma la noia ha superato le aspettative, gli unici spunti sono arrivati dai tifosi, sempre generosi, questa volta di insulti: “Il nostro amore oltre la categoria portate i libri in tribunale e andate via” recitava lo striscione di apertura. Abbinato a cori di delusione e rabbia nei confronti di chi, della vecchia proprietà è rimasto, Pietro Leonardi, che attraversato l’era Doca-Giordano Taçi è rimasto ancora in sella nella gestione che si è affacciata oggi: quella di Giampiero Manenti, Mapi Group. Sulla partita, poco da dire, piccolo Parma, piccolo Chievo. Al solito decidono un paio di episodi: la doppia ammonizione a Galloppa, squadra in dieci per un’ora, una rete presa su punizione di Zukanovic, poca sostanza davanti per recuperare.
A TUTTA “P” – Formazione annunciata per i padroni di casa. Feddal gioca al posto dell’infortunato Gobbi. Assente anche Costa, ci sono tre giocatori della Primavera in panchina: Broh, Erlic ed Esposito. Nel Chievo la coppia di centrali è formata da Dainelli e Gamberini, panchina per Cesar. In attacco Paloschi e Pellissier.
PARTE MEGLIO IL PARMA – Su un campo ai limiti della praticabilità, il primo brivido lo regala Nocerino servito da Cassani: scappa alla guardia di Dainelli e va al tiro, troppo centrale. I ritmi sono lenti, la partita bloccata e il campo non aiuta: per vedere il Chievo davanti a Mirante si devono attendere 21 minuti, ma se l’idea di Hetemaj è geniale, il tiro di Schelotto alle stelle è da dimenticare. Al 31esimo, Galloppa complica la vita a se stesso e al Parma: già ammonito 5 minuti prima, atterra da dietro, in corsa, Radovanovic. Secondo giallo, ed espulsione. Abbondante, evitabile, ma Parma in dieci. Non che gli ospiti ne beneficino: la gara resta brutta, anzi, pensiamo che nessuno si offenderà se la definiamo inguardabile, il secondo modesto, tentativo dei clivensi è ne primo dei due minuti di recupero e Frey si fa murare dalla difesa di casa. Un minuto dopo l’ex, Paloschi, reclama per un tocco di mano di Feddal in area, ma Rocchi lo ammonisce e lascia correre.
SI RIPARTE – Il coro, unanime, dello stadio, inneggia, se così si può dire, a Leonardi. Si va dal “la senti questa voce, vaff….” a “Leonardi tu sei un…. “ad altri nemmeno ripetibili. Intanto è il Chievo che spinge, Radovanovic spreca un bel suggerimento di Schelotto, il Parma tenta una timida avanzata ma Feddal si fa murare da Dainelli. Al 54esimo arriva il vantaggio degli ospiti: una punizione pennellata da fuori area di Zukanovic dritta nell’angolino che Mirante intercetta ma non blocca. Uno a zero per la squadra di casa che ha anche un uomo in più.
DONADONI PROVA A CAMBIARE – dentro Mauri per Cassani e Belfodil per Mariga, il Parma, piccolino e sfortunato, ci prova con uno scambio Varela – Belfodil – Nocerino ma la conclusione viene deviata. Mancano dieci minuti alla fine, e il Chievo manca il raddoppio: un diagonale di Meggiorini si schianta sul palo, sulla respinta di Botta Mirante di riflesso dice no. Il Parma, generoso e stanco, quando avanza con Varela e Nocerino concede praterie, gli ospiti sciupano: Birsa, sul finire di tempo regolamentare, tutto solo in diagonale sfiora il palo esterno, mentre il tempo scorre via e sugli spalti i tifosi sfilano via. Finisce uno a zero per gli ospiti, che sognano ancora la salvezza mentre il Parma, sempre più ultimo, sprofonda. Non è bastato il cambio di proprietà a invertire la rotta di una stagione disgraziata.