di Cosima Ticali
Quanto tempo dedichiamo all’osservazione di un’opera d’arte quando ci troviamo in un museo, una galleria o in una fiera artistica?
Secondo un’indagine condotta dal Journal Empirical Studies of the Arts nel 2008, coloro i quali si recano nei musei trascorrono in media 17 secondi davanti ad ogni opera. Ciò significa che, in genere, il visitatore cerca di vedere quanto più possibile, facendo il pieno d’arte e ritrovandosi alla fine del percorso museale esausto e senza più la voglia di farvi ritorno.
Come cambiare un tratto che sembra accomunare tutte le persone che si ritrovano al cospetto di un’opera d’arte? Basta imparare a guardarla lentamente. È questo lo spirito dello Slow Art Day 2017 che si tiene oggi, sabato 8 aprile, con una semplice missione: aiutare sempre più persone a scoprire da sole la gioia di osservare e amare l’arte.
Da dove nasce l’idea?
Nel giugno 2008, Phil Terry, CEO di Creative Good, una società di consulenza che aiuta i dirigenti a relazionarsi con i propri clienti, visita la mostra ‹‹Action/Abstraction›› al Jewish Museum di New York e trascorre un’ora davanti all’opera Fantasia (1943) di Hans Hofmann, individuando delle connessioni con il dipinto Convergence (1952) di Jackson Pollock.
Terry, pur non essendo un esperto d’arte, sapeva che la moglie di Pollock, Lee Krasner, aveva studiato sotto Hofmann e si chiese se le tecniche a goccia di quest’ultimo avevano influenzato Pollock. Lui non ha cercato una risposta definitiva alla sua domanda; il suo era stato più un flusso di coscienza che una semplice curiosità accademica.
Dopo quest’episodio, Terry ha voluto condividere l’esperienza di assaporare lentamente le opere artistiche con altri outsider del mondo dell’arte, dando così il via a un evento annuale chiamato, appunto, Slow Art Day, la cui prima edizione è stata lanciata ufficialmente nel 2010.
Da allora, sono 700 le sedi (musei, gallerie, studi di artisti, siti di arte pubblica) che hanno aderito all’iniziativa con oltre 1200 eventi singoli che hanno avuto luogo in tutto il mondo, persino in Antartide.
Come funziona?
Ogni anno si sceglie una data che solitamente cade nel mese di aprile. Chi desidera partecipare individua sul sito dedicato all’iniziativa (www.slowartday.com) il museo o la galleria più vicina a casa propria che aderisce all’evento e ci si registra gratuitamente online. Il giorno della manifestazione, secondo le modalità scelte dai responsabili della struttura in questione, si osserveranno lentamente alcune opere d’arte, in genere 5, per un tempo di 5-10 minuti a pezzo. Successivamente, davanti alle opere stesse o durante il pranzo, tutte le persone coinvolte si incontreranno e si scambieranno le sensazioni avute da questa osservazione lenta dell’arte.
Non sono poche le realtà italiane che, negli anni, hanno preso parte alla manifestazione.
In questa edizione 2017 dello Slow Art Day, sono sette i luoghi d’arte coinvolti. Si tratta del Museo di Palazzo Pretorio a Prato, dell’Accademia Carrara di Bergamo e della residenza per artisti ‹‹La Macina di San Cresci›› che sorge a Greve, nel Chianti. Anche i musei di Saluzzo, nella provincia di Cuneo, hanno aderito all’evento, mettendo a disposizione dei visitatori alcune postazioni per contemplare altrettanti quadri del pittore divisionista Matteo Olivero. Iniziative pure nella capitale alle Gallerie Nazionali Barberini Corsini, alla Galleria Fidia e presso il caffè letterario ‹‹La Pecora Elettrica››.
Maggiori informazioni sul sito www.slowartday.com.