di Francesca Devincenzi
Al Bar. Entra un’anziana, dritta, caparbia, voce dolce. “Cappuccio, grazie”.
Il barista: “Gina non la vedo da un po’”.
Signora: “E’ morto Mario, povren, mio marito. Ho dovuto venderci la macchina per pagare il funerale, e per prendere l’autobus faceva freddo”.
Barista: “Mi spiace. Posso aiutarla?”.
Signora: “Ma no, faccio la volontaria al centro anziani dove andava Mario. Do da mangiare, faccio compagnia ai vecchi disabili e soli, un’amica gentile mi porta avanti e indietro, non posso chiederle di farmi anche fermare al bar”.
Poi intercetta il uno sguardo, curioso, stupito.
“Ho perso mio figlio 40 anni fa in un’incidente, ho 87 anni, sono sola. per non morire aiuto gli altri a vivere meglio”.