Il castello di Compiano è una fortificazione che domina dall’alto il piccolo borgo di Compiano, in alta val di Taro in provincia di Parma, considerato uno dei borghi più belli d’Italia.
La prima testimonianza storica del castello, esistente dal IX secolo, risale al 1141 quando era possesso della famiglia Malaspina che lo cedette al Comune di Piacenza.
Tra il 1200 e il 1257 i Landi si impadronirono del territorio, superato il periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini consolidarono il controllo sulle valli limitrofe con il dominio di Borgotaro e sul castello di Bardi.
Solo nel 1448 Manfredo III Landi rientrò in possesso del feudo e del maniero, per opera di Francesco Sforza, e nel 1551 i Landi ne fecero il centro del loro potere statale con diritto imperiale di battere moneta.
La decadenza del castello coincise con l’arrivo dei F arnese, che ne divennero proprietari nel 1682. Durante l’epoca di Maria Luigia fu dapprima trasformato in prigione del Ducato e poi adattato a sede di un collegio femminile.
L’ultima proprietaria fu la marchesa Lina Raimondi Gambarotta, che lo lasciò nel 1987, completo degli arredi e di una preziosa collezione di oggetti d’arte, il castello è attualmente di proprietà del comune che lo ha parzialmente aperto al pubblico.
La pianta è un pentagono irregolare costruito intorno al cortile interno con merli e caditoie e con quattro torrioni (uno quadrato, uno circolare e due semicircolari) ai vertici e (quelle semicircolari) su due lati opposti, con un rivellino in posizione strategica e una rampa in sasso tondo tenuto da cordonate di contenimento.
Le finestre appaiono in gran parte rifatte nell’Ottocento.
L’accesso, in un unico punto, è consentito da un ponte in muratura preceduto da un particolare rivellino semicircolare. All’interno saloni riccamente decorati ospitano lussuosi arredi d’antiquariato. Alcuni locali ospitano anche un museo massonico.
La struttura è nettamente orientata a una rigorosa finalità difensiva della zona posta sull’alta Val Taro, ma da inespugnabile Fortezza Medievale è, nel tempo, diventata dimora rinascimentale fino a baluardo per batterie militari al tempo di Maria Luigia D’Austria e Napoleone.
IL FANTASMA DEL CASTELLO – Le suggestioni sono parecchie proprio per chi ama i misteri e le fiabe, qui si intrecciano, infatti, la leggenda del fantasma di Giulia Landi, era l’anno 1556 quando in una lettera di Agostino Landi di Bardi scrisse della moglie “apparsagli dopo morta”.
Il documento è stato riscoperto negli anni ’90 e studiato da Beppe Conti. Agostino Landi, signore dell’alta Val Taro, fu uomo spietato.
Ma la moglie lo amava comunque ed è ricordata come donna dolce. Il suo fantasma, dicono le testimonianze di cinque secoli fa, apparve tre volte in pochi mesi, sempre di notte, e cercò di amare per l’ultima volta il consorte.
Suscita interesse e curiosità il diaspro rosso su cui è costruita la fortezza, il quale racchiude le storie di anime in pena d’amore ed il dolore di condannati a morte nelle terribili sala di tortura, nei meandri del maniero, ancora visitabili.