di Giovanna Maggiori
Dopo un lungo restauro e riallestimento, finalmente si è riaperta al pubblico la Casa dove lo scrittore visse dal 1813 fino alla sua morte. Un luogo affascinante ed emozionante, ricco di memoria e di testimonianze che mostrano il letterato, l’uomo, la sua famiglia e gli amici, e dove non può mancare un approfondimento sui Promessi Sposi.
C’è un uomo che nei secoli, più di qualunque altro, ha portato alto il nome e la fama dei milanesi in Italia e nel mondo. Un uomo la cui statura morale, creatività artistica e capacità di leggere la storia lo ha reso un esponente di prim’ordine della cultura italica, secondo solo a Dante Alighieri. Alighieri, a differenza del personaggio di cui stiamo parlando, ha avuto notoriamente rapporti burrascosi con la propria città, esule ed espatriato, con l’eterna nostalgia del ritorno. Alessandro Manzoni, il Grande Lombardo, come lo definì Testori, abitava dietro a Palazzo Marino e oggi, dopo molto tempo, vede la sua dimora risplendere come nei primi anni dell’Ottocento.
Dopo mesi di restauro e riallestimento, finalmente si è riaperta al pubblico la Casa di Milano dove lo scrittore visse dal 1813 alla sua morte nel 1873. Una dimora che, ad un anno dalla scomparsa del “grande italiano”, venne messa all’asta divenendo, dopo varie vicende, proprietà di una banca italiana, che a sua volta ne fece dono al Comune di Milano, con il vincolo di riconoscerne l’uso perpetuo ed esclusivo al Centro Nazionale di Studi Manzoniani. Un luogo affascinante ed emozionante, ricco di memoria e di testimonianze che mostrano il Manzoni letterato, l’uomo, la sua famiglia e gli amici, le sue opere, i luoghi manzoniani e i libri che raccolse nella sua biblioteca e, ovviamente, non può mancare un approfondimento sui Promessi Sposi.
Il progetto ha avuto il grande merito non solo di ricostruire fedelmente un luogo che testimoniasse la presenza dello scrittore attraverso le austere mura: ha anche saputo trasmettere l’immaginario di un intero mondo ottocentesco rendendo la casa del poeta un percorso museale, grazie soprattutto al ruolo scientifico e critico del Centro di Studi Manzoniani diretto da Angelo Stella. Il centro dispone di una Biblioteca specialistica di oltre 30mila volumi: tra i pezzi più preziosi, i libri appartenuti a Manzoni e al figliastro Stefano Stampa, le donazioni Treccani e Viganò, le traduzioni (le prime degli anni 1827 e 1828) in più di 30 lingue dei Promessi Sposi.
Il percorso espositivo di Casa Manzoni è ora organizzato in sezioni dedicate a specifici temi: l’immagine di Manzoni, l’immagine della sua famiglia, la cerchia degli amici, i luoghi di Manzoni (le immagini delle città e dei luoghi frequentati e amati), l’iconografia dei Promessi Sposi (opere dedicate agli episodi e ai personaggi del celebre romanzo), i Promessi Sposi dal cinema, alla televisione, al teatro (sala multifunzionale per proiezione di un montaggio delle numerose trasposizioni del romanzo), Manzoni botanico (materiali che documentano la sua competenza e passione botanica).
Passeggiare nel cortile, osservare le luci, attraversare il modesto studio, osservare le ombre della quasi monastica camera da letto: tutto parla del poeta esattamente come lo abbiamo sempre immaginato, severo ed elegante, umile e nobile allo stesso tempo. Il restauroha previsto interventi su 5800 mq di superfici interne, oltre 300 mq di soffittature lignee a cassettoni, pavimentazioni storiche e facciate in cotto italiano e ha comportato l’impiego di oltre 12mila ore di lavoro ed è costata circa 4 milioni di euro.