di Francesca Binfarè
I risultati: Francesco Gabbani ha vinto con il 36% dei voti, seguito da Fiorella Mannoia (33%) e Ermal Meta (31%).
Si è chiuso così il terzo Festival di Sanremo guidato da Carlo Conti. E’ andata benissimo in termini di ascolti questa che è stata battezzata l’edizione ‘delle grandi intese televisive’, con Maria De Filippi alla conduzione e diversi ospiti che abitualmente sono di casa in altre tv.
Le anomalie, se vogliamo chiamarle così, in questo Festival non sono mancate: quasi niente polemiche (se non il nodo dei compensi e le critiche sollevate dalla performance di Virginia Raffaele nei panni di Sandra Milo) ed è stato il primo Sanremo ‘svallettato’, come da definizione di Carlo e Maria in conferenza stampa.
Soprattutto, sul podio non è arrivato nessun cantante nato da un talent: ironia della sorte, quando a presentare c’era Maria (eccezione Lele, che ha vinto tra le Nuove Proposte). Il primo rappresentante di questa nutrita pattuglia è stato Michele Bravi, quarto, vincitore di X Factor.
Si è gridato alla rottamazione e alla fine di un’era con l’eliminazione di Al Bano, Gigi D’Alessio, Ron e Giusy Ferreri. Probabilmente è un po’ presto per trarre conclusioni drastiche, ma questo è un fatto.
Il vincitore e il terzo classificato dei Campioni sono il primo e il terzo classificato delle Nuove Proposte del Festival 2016. Francesco Gabbani e Ermal Meta, con i loro stili completamente diversi, sono riusciti a riconfermarsi facendo il salto di ‘categoria’: bravi lo erano anche prima, però adesso sono definitivamente Gabbani e Meta, non ‘quello di Sanremo Giovani’ e ‘l’autore di’.
Tra di loro, una grande signora della canzone italiana, Fiorella Mannoia, che del Festival non ha bisogno: è Sanremo ad avere bisogno di artiste come lei sul palco.
E i tormentoni? “Occidentali’s karma” di Gabbani lo è già. Brano intelligente e ironico accompagnato in tv da un balletto furbo, che, come ci ha detto Francesco “se lo ascolti così sembra un guazzabuglio di parole e concetti. Se hai voglia di fermarti un attimo, però, trovi la sua logica”. Dopo il suo namastè, alè non c’è niente altro che rinverdisca i fasti di ‘in tutti i luoghi, in tutti i laghi’, ‘tu chi sei, che cosa vuoi’ e ‘tu non hai, tu non hai capito’. Ritenteremo l’anno prossimo.