di Sonia Tondolo
Famiglie omogenitoriali: tema più che mai attuale quello preso in esame durante la presentazione del libro che si è tenuta giovedì presso il Workout Pasubio di Parma “Genitori come gli altri e tra gli altri: essere omosessuali in Italia”.
Sotto moderazione di Chiara Cacciani, hanno partecipato all’evento: la vice-sindaco Nicoletta Paci, la dottoressa Marina Everri (curatrice del libro), la professoressa e psicologa Laura Fruggeri, lo psicologo e psicoterapeuta Federico Ferrari, l’assistente sociale Patrizia Forlini, Lorenza Tizzi in qualità di rappresentante delle famiglie omogenitoriali e la regista Fadia Bassmaji.
Il libro presenta non solo le ricerche svolte dai diversi autori in ambito nazionale ma anche le tante testimonianze delle famiglie omosessuali.
Le domande che la società si pone sul tema delle famiglie omogenitoriali sono nate circa un ventennio fa. Negli ultimi anni, come affermato dalla prof.ssa Fruggeri, “Le domande sono cambiate. Inizialmente il concetto che anche in una relazione tra persone dello stesso sesso si potessero avere figli doveva essere quasi imposto. Solo in un secondo momento abbiamo assistito alla diffusione dell’argomento stesso: la ricerca scientifica ha smontato i pregiudizi e ha affermato che anche le famiglie di coppie omosessuali possono essere dimora di famiglia sana”. “Ciò che dobbiamo fare – ha proseguito – è liberarci dal pregiudizio omosessuale, in quanto la nostra crescita è avvenuta in un contesto eterosessista. Ad oggi, attraverso pratiche e linguaggi istituzionali continuiamo a riprodurre una cultura che poco considera la presenza degli omosessuali. Basti pensare ai documenti di nascita, ancora ancorati alla famiglia eterosessuale: la scritta ‘madre- padre’ bisognerebbe essere sostituita con quella ‘genitore1-genitore2’.
Genitori, quelli dello stesso sesso, che in Italia non possono ancora avere egual diritti: l’unico genitore riconosciuto, come ha spiegato Lorenza Tizzi, è quello biologico. “Sebbene la legge Cirinnà abbia cambiato alcune cose – ha aggiunto – resta ancora da chiarire la questione delle stepchild adoption: non c’è alcuna tutela legale tra il bambino e il suo genitore adottivo”.
“Quando abbiamo iniziato con la stesura di questo libro – ha raccontato la curatrice – avevamo in mente due obiettivi. Il primo era quello di mettere in contatto due mondi che sembrano lontani: mondo delle Università e mondo delle Istituzioni. Il secondo era quello di fare chiarezza all’interno del panorama così confuso e sospettoso nei confronti delle famiglie omogenitoriali”.
La ricerca scientifica sembra incoraggiare le famiglie omosessuali. I risultati ottenuti (ed esposti nel libro) hanno dimostrato che: l’orientamento sessuale dei genitori non influenza il bambino, due genitori dello stesso sesso possono adempiere alla funzione di genitori e l’unico impatto negativo nei confronti dei figli di coppie omogenitoriali è la discriminazione dei compagni stessi.