Il Tar di Parma ha ribadito per l’ennesima volta che nel centro commerciale Parma Retail, in via Burla, non possono insediarsi supermercati.
Il parco commerciale a nord della città è nato orfano di quella che in gergo tecnico si chiama “àncora”: un negozio che sia fortemente attrattivo, motore di richiamo a vantaggio di tutti gli esercizi commerciali insediati. Nel progetto, c’era un enorme spazio per un supermercato, ma la società costruttrice, la Parcor del gruppo Cesi – gruppo ora in fallimento – non ha mai ottenuto la licenza per offrire quello spazio ad una catena della grande distribuzione.
Più di recente ci ha riprovato un singolo esercente, tentando un escamotage: la Arsenali srl, una immobiliare di Imola (guarda caso la stessa città della Cesi), aveva chiesto di cambiare la destinazione d’uso di una superficie che aveva già preso in affitto, per poter aprire l’anelato supermarket, su un’area d 2.400 metri quadrati.
Ma il Comune di Parma non ha potuto che respingere la domanda: là a Parma Retail, in zona Spip, non è prevista alcuna grande superficie per la vendita alimentare. Arsenali ha allora fatto ricorso al Tar, opponendosi al rifiuto, ma come in due casi analoghi l’anno scorso e nel 2013, i giudici hanno respinto il ricorso. Arsenali pèagherà le spese legali a Piazza Garibaldi, ben 5mila euro.
A Parma, di ipermercati ce ne sono già troppi. Non si possono aprire a caso: sono regolati da piani emanati dalla Provincia, che stabiliscono la superficie massima dedicata a queste strutture in ogni Comune, e Parma ha da tempo saturato la sua disponibilità, già prima che Parma Retail iniziasse ad essere costruito.