“Quando ho detto che mi hanno tolto la dignità, non mi riferivo nè ai tifosi del Torino, perchè posso solo ringraziarli per questi sei mesi, e nè mi riferivo al Presidente ed al Direttore, perchè non ho mai avuto problemi con loro.
Era riferito solo all’allenatore, perchè mi ha trattato come un cretino. Io sono sempre stato educato dai miei genitori a dare rispetto a cercare di essere una persona educata, senza mai creare problemi a nessuno, però non sono stupido e soprattutto non voglio essere preso per il culo. Quindi mi riferivo a lui, perchè in questi sei mesi mi ha raccontato di tutto e di più, come se avessi quindici anni. Io ad aprile faccio 30 anni, ho quasi 400 partite nei professionisti, e queste cose a me danno fastidio, perchè poi ho letto sue interviste nelle quali diceva che io non potevo giocare, ed io non ho mai detto nulla.
Ha fatto giocare difensori a metà campo, dicendo sempre che non potevo giocare, e non ho detto nulla. Parlo per me, sono mie sensazioni, ma mi ha detto cose che non stanno nè in cielo nè in terra. Mi diceva che ero importante, che dovevo giocare, ma io sono stato fermo un mese e ci sono state 8-9 partite dal mio rientro, durante le quali mi ha detto di tutto, ma io voglio essere giudicato per quello che faccio in campo. Se avessi giocato ed avessi fatto pena, sarei stato il primo a farmi da parte. Io però sono stato giudicato per 18′, per 15′, per 20’… Ho giocato solo 45′ contro la Roma, nel secondo tempo, e a fine partita abbiamo fatto una riunione io e lui, quando mi ha detto che sarebbe iniziato il mio campionato, ma così non è stato.
Vi faccio una domanda: cosa devo pensare? Cos’avrei dovuto fare? Io ringrazierò sempre il Toro, perchè mi ha dato l’opportunità di andare in una squadra prestigiosa, con delle persone serie, e io li ringrazio. Non ho avuto problemi con nessuno, poi è normale, il calcio è questo. Io però sono educato, ma non sono scemo. I problemi li ho avuti solo con Ventura. Con lui quando si vinceva aveva vinto lui, e quando si perdeva avevamo perso noi. Mi dispiace a livello umano“.
Ecco Antonio Nocerino, tutto rabbia a e grinta, che si presenta ai suoi nuovi tifosi, già pronto e convocato per giocare domani, contro la Sampdoria.
“Le prime impressioni sul Parma? Sono positive, c’è un buon gruppo, un ottimo allenatore, buoni giocatori, e io non penso che davanti a noi ci siano squadre più forti. Ci sono state delle difficoltà, dei problemi che con il campo non c’entravano nulla. Ora però per noi inizia un altro campionato, è normale che l’auspicio è fare questo miracolo. Sono prontissimo, se no non sarei venuto. Ero già felice quando Leonardi mi ha chiamato, con lui ho un rapporto splendido, e gli ho detto subito sì. Prima pensate alle cose vostre che sono più importanti, e poi dopo quando avete risolto mi chiami ed io arrivo. Non c’è stato nemmeno il problema di pensarci su. Come vedevo questa situazione da fuori? Per una parte mi dispiaceva, perchè il Parma è una società che ha sempre fatto bene, e ci giocano tante persone che conosco. Però questo fa parte del calcio, ci sono le annate, i momenti negativi, però non ci possiamo piangere addosso, non dobbiamo farlo, anzi: ora bisogna far uscire la spensieratezza, la voglia, e soprattutto un po’ di positività. Alla fine bastano due o tre risultati e cambia tutto. La speranza non deve mai mancare, se no è inutile parlare. Io a prescindere da tutto spero che possa arrivare questo miracolo, io vado molto per i rapporti umani, quindi se ci fosse l’opportunità ed il Direttore me lo chiede io mi siedo e discuto, con lui ho un rapporto splendido. Cassano? Lui è sempre stato così, ed è la sua forza, è uno dei talenti in Italia che ti fa la differenza, e noi dobbiamo sfruttare le sue caratteristiche, ed approfittare della sua bravura, e dev’essere per noi una grande arma.
Le mie capacità in zona gol? Sono sveglio a sfruttare la bravura degli altri, anche perchè sono passato per quello che segna solo perchè c’era Ibrahimovic. Io mi prendo anche qualche merito perchè c’erano altri centrocampisti che con lui non segnavano. Io sfrutterò Antonio, al Milano lui aveva la palla ed io sapevo già dove dovevo andare, ha una qualità soprannaturale, e ti fa far gol quando vuole. Con Ibra faceva a gara per chi faceva più assist, ed io ero il terzo “incomodo” che godeva di questa situazione, perchè facevo i gol. Il mio obbiettivo non è superare i gol di Parolo, io mi voglio salvare, voglio fare i punti. Io sono venuto per mettermi a disposizione, per giocare, e se non segno non mi interessa. Non penso a questioni personali, faccio parte di una squadra che ha bisogno di raggiungere un obbiettivo importante per tutti, quindi io se faccio zero gol e mi salvo abbiamo fatto tutti il massimo. La cosa prioritaria è la salvezza, il “noi”, e spero che il Parma mi possa aiutare a tornare in Nazionale. Ho fatto una promessa a mio padre, prima che mi lasciasse, e la inseguirò con tutto me stesso. Il modulo? Non conta nulla, l’importante è l’atteggiamento, perchè i numeri se li porta via il vento. Noi dobbiamo interpretare i numeri nella miglior maniera“.
“Noi centrocampisti dobbiamo essere una alternativa in zona gol, infatti è un bene quando segnano in tanti perchè vuol dire che la squadra fa buon gioco. Noi dobbiamo essere più incisivi e dobbiamo essere l’alternativa agli attaccanti. Chi segna segna, sfruttiamo ogni occasione con grande voglia, ma soprattutto con grande determinazione. Alla fine solo se vuoi le cose si ottengono, quindi dobbiamo essere determinati su ogni palla. Anche se vinciamo 1-0 con gol di Mirante va bene così. Facciamo i punti, poi i gol arriveranno. Taci?
Io ho parlato con il Direttore, ed infatti quando ho parlato con lui ho cercato più che altro di capire se avevano risolto il tutto. La priorità non era Nocerino al Parma, bensì la stabilità per la società. Penso che i sei mesi che ci sono stati non sono stati facili, quindi io parlando con Leonardi ci tenevo al fatto che lui si soffermasse più su alcuni aspetti importanti, perchè tanto avevo già accettato la destinazione, non avevo problemi ad attendere.
Lo ringrazio perchè è stato uno dei pochi ad avermi chiamato subito, dopo la morte di mio padre, perchè è uno dei pochi che stimo. Ci tengo a sottolineare l’uomo, che è la cosa più importante, che ti permette di fare il tuo lavoro nel miglior modo possibile“.