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Inquinamento: ampliamento della “Zona 30” per ridurlo?

Con la ripresa, dopo l’interruzione del periodo natalizio, delle limitazioni al traffico adottate dal Comune nelle giornate di giovedì e in una domenica al mese, e con i preoccupanti segnali sulla qualità dell’aria che arrivano dalle rilevazioni di Arpa, si susseguono interventi, prese di posizioni e suggerimenti per rivedere le misure da adottare da parte del Comune.

Ultimi in ordine di tempo quelli inviati da associazioni ambientaliste (in questo caso l’associazione Gestione Corretta Rifiuti) e associazioni imprenditoriali (Ascom). Il Gcr propone di estendere il limite dei 30 km orari in tutta la città, l’adozione delle targhe alterne e la rimozione dal servizio dei bus inquinanti. L’Ascom torna a chiedere interventi di riqualificazione energetica degli edifici, il potenziamento del trasporto pubblico, nuovi parcheggi ai margini del centro storico e ampliamento delle “zone 30” .

“Si tratta di proposte in entrambi i casi sottoscrivibili e di buon senso, ma che devono fare i conti con la praticabilità, con le risorse disponibili e soprattutto con il fatto che le operazioni volte a ridurre l’inquinamento possono avere qualche speranza di essere davvero efficaci solo se condotte su area vasta, quindi a livello regionale o nel bacino della pianura Padana”, la risposta di Piazza Garibaldi, che sui modi e tempi di attuazione, però, la prende molto alla distanza.

Il Comune di Parma, peraltro, ha l’obbligo di adeguarsi al protocollo regionale, sia perché ha dimostrato di avere qualche efficacia nel ridurre le emissioni di PM10, sia perché dall’adesione all’accordo e dalla sua corretta applicazione deriva l’assegnazione ai Comuni di risorse che consentono, almeno parzialmente, di mettere in atto misure strutturali per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.

“Non per questo, comunque, il Comune di Parma ha rinunciato ad introdurre sul suo territorio alcune innovazioni aggiuntive a quelle previste – tiene a rimarcare lo stesso ente -, per fare fronte ad una situazione di assoluta gravità: ha elevato le limitazioni del traffico nelle giornate di giovedì e nelle domeniche ecologiche anche ai veicoli Euro 4 ed ha abbassato di un grado il riscaldamento degli edifici pubblici e privati, oltre ad aver istituito alcune “zone 30” e realizzato nuove piste ciclabili. In effetti, qualche risultato misurabile si è ottenuto: dal 2012 al 2014 i veicoli circolanti a Parma sono rimasti praticamente invariati (circa 130.000), ma di questi, ben 10.000 sono passati da categoria Euro 4 o inferiore a categoria Euro 5 o superiore, con la conseguenza che il parco veicoli è meno inquinante rispetto a due anni fa”.

La prossima novità arriverà nell’autunno 2015: l’inverno in corso è l’ultimo in cui sono applicate le misure previste dal vecchio accordo regionale sulla qualità dell’aria. Infatti si sta da tempo lavorando al “Pair 2020” , Piano Integrato Aria regionale, che dovrebbe entrare in funzione già dall’autunno prossimo, presentato in Regione e discusso nei Comuni, che manderà in soffitta il vecchio piano e introdurrà diverse innovazioni per incidere sulle fonti di emissione di agenti inquinati su area vasta. Il piano coinvolgerà traffico, riscaldamento, industriale agricoltura.

Fra le proposte contenute nel documento figurano la fine delle chiusure del giovedì, il riscaldamento massimo a 19° nelle abitazioni (sul modello di quanto si fa già a Parma), la riduzione dei veicoli inquinanti nei centri abitati (la limitazione agli ingressi sarà progressiva di anno in anno per le varie categorie), ma per tutti i giorni feriali sull’intero territorio urbano, il potenziamento di tutte le forme di mobilità sostenibile.

Nel frattempo il Comune di Parma ha emanato il bando per la redazione del Piano Urbano di Mobilità Sostenibile e sta collaborando con la società Smtp – Società Mobilità e Trasporto Pubblico per la revisione dei percorsi delle linee urbane ed extraurbane sul territorio comunale per ottimizzare l’efficacia del servizio.

“Su un tema così delicato e controverso quale è quello degli interventi per migliorare la qualità dell’aria – è l’opinione dell’ assessore Gabriele Folli – è importante che il nuovo sistema, il cui impianto è da noi condiviso, possa entrare in funzione già dall’autunno 2015, e che la Regione sostenga con i necessari finanziamenti le attività previste dal piano medesimo. In questa fase può essere particolarmente utile che associazioni e portatori di interesse si esprimano sul documento elaborato dalla Regione stessa”.

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