Stella Jean per Benetton è solo l’ultima in ordine di tempo. Prima di lei, Jean Paul Gaultier per OVS, Kenzo per H&M, Marni per Zalando.
Storie di contaminazioni, di vestiti e accessori firmati che, per una volta, diventano alla portata di tutti. O quasi. È il gioco della moda. Ed è un gioco divertentissimo. Anche quando il suo è un obiettivo sociale. È il caso della capsule collection che Stella Jean – una delle più eclettiche e innovative stiliste del panorama mondiale – ha disegnato per lo storico marchio Benetton. La micro collezione di abiti e accessori – perfetta unione tra il knowhow che l’azienda ha nel mondo del knitwear e le tradizioni tessili dei Paesi a sud del mondo – vuole mettere l’accento sulla donna.
E così, la stilista italo-haitiana che da sempre supporta le comunità locali dei Paesi in via di sviluppo, e l’azienda che col suo Women Empowerment Program dal 2015 supporta l’emancipazione e la legittimazione delle donne in ogni angolo del pianeta, hanno creato insieme cappotti, abiti, gonne e pullover coinvolgendo artigiani d’Haiti e dell’Etiopia. Capi colorati, ma raffinati. Che, con le loro figure stilizzate, si ispirano allo stile Navajo. In vendita da fine novembre in punti vendita selezionati e online, la collezione Benetton by Stella Jean è già un successo.
I colori tornano nella capsule di Kenzo per H&M. Andata a ruba al suo lancio e più volte riassortita, l’irriverente collezione è pensata per i più coraggiosi, coi suoi colori accesi, le stampe animalier, i maxi fiori e la fauxfur. Se felpe e t-shirt sono più “facili”, per capi come il cappotto lungo in finta pelliccia rosa-rossa-tigrato o l’abito lungo fantasia con infinite balze, è richiesta una buona dose di coraggio e d’ironia. Perché questa è una collezione unica. Un po’ folk e un po’ tigrata. Presentata a New York con una sfilata e un maxi evento, ha attirato l’attenzione – tra gli altri – dell’attrice Chloe Sevigny e della top model Iman. Ed è perfetta per farci sentire tutte, e tutti, un po’ delle star.
Così come per H&M by Kenzo, anche la capsule collection Jean Paul Gaultier per OVS ha registrato da subito il tutto esaurito. Il suo pezzo forte? Per la donna, il trench monopetto asimmetrico in taffetà (anche se, in questo momento, non è più disponibile). Per l’uomo, le giacche: blazer e caban neri con qualche tocco bianco. Pezzi da sera, ma con influenze street. I capi femminili, invece, ai motivi iconici della Maison abbinano disegni originali, come la maxi carta da gioco che definisce la tuta oversize in twill stampato.
C’è poi Marni. Che, per Zalando, ha disegnato una vera e propria – esclusivissima – collezione.
Lanciata il 27 ottobre – e rimasta online pochissimo, registrando vendite record -, la capsule proponeva la rivisitazione di scarpe-icona: Reebok, DoctorMarten’s, Timberland, Vans. Sneakers, mocassini e stivaletti immediatamente diventati un must, almeno per i pochi fortunati che sono riusciti ad accaparrarseli. Perché il bello di una capsule collection è proprio questo: rimane in vendita per poco, trasformando ogni capo in un cult. E regalando agli appassionati di moda la possibilità di sognare la prossima, di collezione. Rigorosamente in limited edition.