di Francesco Gallina
Animali fantastici e dove trovarli. Al cinema? No, nel pieno centro storico di Parma, attorno a una perla di immortale splendore, per cui non si ringrazierà mai abbastanza Benedetto Antelami, il suo artefice.
Sublime frutto di artigianato, arte e sapienza architettonica, il Battistero rappresenta uno scrigno di bellezza medioevale immerso fra Duomo, Casa di Salimbene e Monastero di San Giovanni Evangelista.
Il Battistero non è solo la sua cupola universalmente conosciuta, il suo altare, i catini, le nicchie, le lunette e i candidi altorilievi del ciclo dei mesi. Il Battistero non è solo concentrato biblico, equilibrata miscela di romanico e gotico, prodotto di mirabile sincretismo giudaico-cristiano (persino buddista), ma anche una straordinaria enciclopedia scolpita nel marmo rosso di Verona.
Nello Zooforo gli animali fantastici ci appaiono in tutta la loro potenza espressiva. Ma che cos’è lo zooforo? Un cortometraggio – o meglio – una pellicola cinematografica ante litteram, costituita da formelle anziché da fotogrammi. Sono in tutto 75 bassorilievi e rappresentano animali. Fantastici e reali. Lo Zooforo è un bestiario all’aria aperta, una ‘chicca’ unica nel suo genere, da apprezzare in ogni sua linea, in ogni suo chiaroscuro.
Non ci resta, dunque, che inaugurare la nostra rubrica. Nostra? Sì, nostra: mia e di voi lettori che vorrete bazzicare da queste parti. Appuntamento settimanale, imperdibile, per conoscere da vicino lo Zooforo. Niente altisonanti lezioni cattedratiche. Il mio sarà un buongiorno all’insegna dell’arte e della poesia. Poesia italiana e poesia parmigiana. A ogni formella, una poesia inerente al soggetto antelamiano.
Se anche voi credete che il Medioevo faccia un baffo al cinema contemporaneo, beh… siete capitati nel posto giusto.
Il protagonista di oggi è il… cane da caccia, quello che Dante chiama veltro, nel tanto famoso quanto abusato verso 101 del Canto I dell’Inferno. Per una volta, preferiremo al Sommo un altro Poeta con la P maiuscola. La P di Poeta, la P di Parma. Mano nella mano, ci lasceremo guidare dalla mitologia visiva di Attilio Bertolucci che, nella raccolta Viaggio d’inverno (1971), ci offre la rapida e luminosa visione di un “vecchio cane / da caccia in pista fra cielo e boschi / sublimi per altezza e intrico nero di rami”. Radici ben piantate entro i terreni appenninici, le memorie di Bertolucci ci mettono in contatto con la sua imprescindibile e ossimorica Casarola (in provincia di Parma), antitetica come un orto malconcio, arido, scheletrico che, se curato con sapienza contadina, può dare alla luce nuovi frutti. Bertolucci ci insegna ad essere figli degni della propria terra, anche quando è invasa dalle ortiche. Un ritorno alla Natura, il suo, che condivide insieme al suo amico a quattro zampe, interlocutore di questa lirica composta da quartine di endecasillabi sciolti.
DECISIONI PER UN ORTO
Bisogna rivalutare questo orto
recingerlo dove è aperto di rete metallica
azzurra sostituendo i pali fradici
pallidi di vecchiaia con altri
appena scortecciati di un bianco
che si dora all’aria con lentezza
e felicità e saranno le piogge e le nevi
di là da venire ad argentarli
così che di essi non si distingua l’età.
A suo tempo ricordarsi delle sementi
da inviare qui perché si provveda
a rendere fruttifera una terra
che produce soltanto alte ortiche
e gramigne ruvide e da una pianta folgorata
prugne selvatiche eccessivamente dolci.
Pregio di tale appezzamento misero
l’esposizione ad occidente e dunque
sul suo pendìo il sole della sera
a lambirci la faccia vecchio cane
da caccia in pista fra cielo e boschi
sublimi per altezza e intrico nero di rami.
FRANCESCO GALLINA ha 24 anni ed è pramzän dal säss.
Laureato in Lettere Classiche e Moderne, è critico letterario, docente, blogger, narratore e autore di articoli e saggi accademici su letteratura, poesia, filosofia e arti dello spettacolo.
Complimenti…. Bell’articolo ed interessante iniziativa. A volte la bellezza e’ a portata di mano e noi andiamo a cercarla chissà dove.. E’ fantastico fare i turisti nella propria città…
Benvenuta nella mia “Drogheria dell’Arte”, Chiara, e grazie per l’attenzione! 😉
Sono uno storico dell’arte prestato al giornalismo.
Evidenzio da me lo Zooforo e parte del tuo pezzo che conduce nell’anima dell’abile comasco, nonchè scultore e architetto italiano e nello stesso medioevo.
Visitammo Parma con mio marito quando il mio secondo lavorava a Reggio Emilia e mi incantò..
BUONE FESTE
Grazie della citazione, Mariantonietta! Sei la benvenuta nella “Drogheria dell’Arte”, che ti augura Buone Feste e un meraviglioso 2017!! 🙂
Appassionato di fotografia, sarò a Parma i primi di gennaio. Ho visto tante volte il Battistero ma distrattamente. Ora provvederò a fotografare tutti gli animali scolpiti per poterli ammirare da vicino. Grazie.
Grazie a te, Nicola, e benvenuto! La rubrica nasce proprio per invitare i passanti a contemplare queste meraviglie. Non perderti le prossime puntate!