“Cosa mancava a questa squadra? La tranquillità, aveva troppa ansia di far bene, finendo col fare male”.
Daniele Faggiano, nuovo diesse ducale, l’autore del “miracolo Trapani” ha già visto il Parma in questa stagione, e in quel centro che “dieci anni fa ammiravo tanto, un perla del calcio e oggi è casa mia” racconta le sue prime impressioni dopo 24 ore da diesse del Parma Calcio.
Lo presenta Marco Ferrari, vicepresidente, levandosi dalla scarpa qualche sassolino ma senza perdere il sorriso: “Chiudiamo un cerchio rimasto aperto 15 giorni – ammette. Abbiamo aperto la crisi senza avere pronte le alternative, è vero, ama abbiamo preso e decisioni che ritenevamo più opportune. Preciso solo che le figure “impegnate” che abbiamo interpellato si sono proposte per prime, e abbiamo sentito anche le rispettive società”.
Ma poco importa, perché il dado è tratto. Ecco Daniele Faggiano, una trattativa durata “quaranta secondi”, “un progetto sposato, ero a piedi da pochi giorni, non avevo alcuna fretta” e “un aereo che sono felice di aver perso per venire a Parma”.
“Lavorerò tanto per cementare la squadra, il gruppo, tenerlo unito e compatto. Di mercato non parlo. Ci aspettano partite importantissime, tra cui il derby. Poi si vedrà, cercheremo giocatori, comunque, che sposino il progetto, non che vengano qui per i soldi, o per la piazza”.
Il rapporto con D’Aversa? “Ci conosciamo dai tempi di Siena, si stimiamo, non avrei potuto chiedere allenatore diverso. Ma la formazione la scopro solo quando viene consegnata alla stampa, allo stadio. Se interferisco con le scelte poi come posso giudicare un allenatore? Se ne parla, ma dopo la gara.
Obiettivo? Ripartire. Poi, si vedrà. “I conti si faranno più avanti. Io prometto che lavorerò tanto, tantissimo, coi giocatori, sarò accanto alla squadra. L’obiettivo, lo conoscete tutti”.