Un paio di cartelli ricavati su fogli o cartoni “Je suis Charlie”, un semicerchio umano di bandiere della pace e candele accese, pochi, pochissimi partecipanti.
La manifestazione organizzata in piazza Garibaldi in difesa della libertà di stampa e di solidarietà per la strage del Charlie Hesbo è stata un colossale buco nell’acqua.
Forse perché è stata una mattanza tra francesi, un massacro figlio dell’islam e del terrorismo ma compiuto da giovani nati in Francia che se la sono presi con connazionali, non con italiani, forse perchè erano già passate 24 ore dal fattaccio, forse perchè in fondo fa comodo così.
Forse perché le anime libere, decantante da Baudelaire e Bukoski, non ci piacciono. Forse perché il sangue di cui si è macchiata la libertà di espressione a Parigi, città libera e multietnica per eccellenza, la Parma snob e comodina, non la tange.
Forse perchè, in fondo, ognuno ha la stampa (non) libera che si merita.E a Parma un settimanale satirico manco sanno cosa sia.
Compresa quella di Parma, monopolizzata, noiosa e triste. Ma se per quella libera non scende in piazza nessuno, poi che nessuno si lamenti.