Welfare, disabili, discussioni. Capitolo numero…boh? Abbiamo perso il conto. Diciamo, ennesimo. Questa volta attori noiosi protagonisti, il consigliere comunale di Parma Unita Roberto Ghiretti e l’assessore, al Welfare appunto, Laura Rossi.
Il La lo ha dato proprio Ghiretti.
“All’assessore Laura Rossi, che pretende di fare una lezione su come si fanno le critiche politiche usando a sua volta toni non certo istituzionali, rispondo volentieri cercando, se possibile, anche di alzare il livello della discussione.
Il punto fondamentale è che non basta annunciare di aver fatto un duro lavoro e aver risolto un sacco di problemi perché questo sia vero. Occorre anche che le persone a cui sono rivolti i servizi che il suo assessorato eroga siano non dico soddisfatte, ma almeno tranquille. Cosa che mi pare sotto gli occhi di tutti non avvenga per quanto riguarda il welfare parmigiano. O le prese di posizione che dal suo insediamento si susseguono da parte dei comitati di famiglie, delle associazioni, delle opposizioni sono frutto della mia fantasia?
Ah certo, sono tutti strumentalizzati/politicizzati. La rispostina facile e buona per qualunque stagione. La verità è che un assessore serio, al suo posto, proverebbe a fare un bilancio del proprio lavoro e trarrebbe le conclusioni scegliendo una delle due possibili opzioni: andarsene o cambiare decisamente passo. Che è poi quello che parlamentari e opposizioni della città le hanno chiesto recentemente dopo le sue esternazioni da querela nei confronti di Auser. Non sono e non voglio essere il difensore di Auser, ma a mia memoria non ricordo una contrapposizione così forte da parte del Comune nei confronti di un’associazione di volontariato che, fino a prova contraria, ha sempre svolto con diligenza i propri servizi a vantaggio di tutta la nostra comunità.
Quanto poi alle “scelte, costruite a debito delle generazioni future” dalla precedente amministrazione mi permetto di ricordarle che all’epoca lei era dirigente di questo stesso assessorato e che quelli erano anni dove, a dispetto di quanto lei dice oggi, il livello dei nostri servizi era riconosciuto ovunque e iniziative come il Quoziente Parma erano prese ad esempio a livello ministeriale e non solo.
Infine la questione dei tagli da 20 milioni di euro. Si tratta certamente di una cosa che mette in difficoltà i bilanci, per carità, ma Parma sembra essere l’unica città che sceglie di tagliare sui servizi essenziali. Avrò il diritto di criticare questa scelta politica? Io avrei recuperato risorse in altro modo, visto che poi i soldi per iniziative estemporanee, come ad esempio la traduzione in cinque lingue del vostro statuto comunale, si trovano sempre.
Ecco, io da un assessore al Welfare che è anche un tecnico mi aspetterei meno proclami e più lavoro per difendere il proprio settore, per valorizzarlo, e migliorarlo se possibile. Se poi queste sono chiacchiere da bar lo lascerei decidere ai cittadini, che io quanto meno ascolto, e che vivono ogni giorno sulla propria pelle le conseguenze delle politiche da voi adottate”.
Ed ecco la replica della Rossi:
“Rispondo solo ora al Consigliere Ghiretti in merito ad un suo scritto ricco di pesanti valutazioni sul mio operato, con l’aggiunta di commenti da bar, superficiali e privi di contenuto, luoghi comuni fino all’uso del termine di “macelleria sociale”, che ricorda un linguaggio da centro sociale più proveniente da un “moderato”.
Lei è libero di esprimere tutte le valutazioni personali che ritiene ma definire queste, critiche politiche, è un insulto all’intelligenza e nel momento che non le esprime al bar ma attraverso un comunicato stampa, ritengo sia necessaria una riflessione circa la comunicazione a livello locale su cartaceo e on line. Le critiche politiche non si possono fondare sull’onda degli umori o delle facili speculazioni ma bensì devono essere concrete e fondate su contenuti precisi, su quelle sono disposta ad un confronto chiaro e a portare le motivazioni delle mie scelte. Tale modalità aiuterebbe i cittadini a capire e la comunicazione locale meglio leggere la realtà.
Nel suo pezzo non c’è una critica concreta ai contenuti…Dal momento che lei non è un esperto di welfare (si occupava di sport nella giunta Vignali), la informo che, evidentemente, chi le scrive i pezzi è male informato. in malafede o semplicemente orientato ad essere contro per principio.
Il mio assessorato ha lavorato a testa bassa in questi due anni e mezzo e senza lamentarsi di nulla: abbiamo rianimato l’ASP e abbiamo accreditato i servizi per anziani rimasti nel limbo normativo, abbiamo riorganizzato tutti i servizi per disabili aprendo la struttura di via Casaburi che è diventata il perno del sistema dei servizi (così come abbiamo sempre voluto), si sono trasferiti o si stanno trasferendo 18 persone con disabilità e la quasi totalità dei servizi è stata riorganizzata e riaccreditata, permettendoci di risparmiare risorse che sono state rimesse a disposizione di altre persone con disabilità. Contestualmente abbiamo rivisto le politiche abitative riattivando cantieri fermi dal 2009 e destinando 46 alloggi nuovi all’Edilizia Residenziale Pubblica, abbiamo riconvertito in Edilizia Residenziale Sociale tutto il patrimonio costruito ed in gestione a società in fallimento, abbiamo collocato più di 250 nuclei in sfratto in alloggio/residence in emergenza abitativa, abbiamo destinato circa 2.700.000 euro annui, alle famiglie in situazione di povertà per contenere l’emergenza sociale e la disperazione. Abbiamo accolto gli oltre 200 profughi di Mare Nostrum che la prefettura ci ha destinato, abbiamo, fino ad ora, mantenuto tutti i livelli quali-quantitativi di servizi di questa città risparmiando su tutti gli sprechi e i servizi meno essenziali. Abbiamo rivisto servizi e reimpostato alcune convenzioni (vedi Auser) per fare sinergie, utilizzare meglio le risorse e adeguarci alle normative e ai principi di legalità. Contestualmente stiamo riorganizzando e innovando l’intero servizio sociale dall’interno e dall’esterno per renderlo più adeguato e funzionale in un mondo che è cambiato e che necessita di risposte diverse rispetto agli ultimi 15 anni in cui, a Parma, è rimasto tutto congelato come se le condizioni o i bisogni fossero gli stessi pre-crisi economica.
Ora la legge di stabilità ci costringe a fare i conti con 20.000.000 di euro in meno di trasferimenti… Non si tratta di volersi lamentare si tratta semplicemente di dire alla città come stanno le cose: con 20.000.000 di euro in meno non potranno essere garantiti gli stessi servizi di prima… È un concetto molto semplice, comprensibile da tutti. Lo Stato centrale ha scelto tagli lineari agli enti locali e ciò si tradurrà, ovunque, in un taglio più o meno lineare ai servizi. Questa è la realtà. Cercheremo di fare scelte di priorità e salvaguardare il possibile con la volontà di non lasciare indietro nessuno. Per quanto riguarda il resto delle mie lamentele, ricordo che non mi sono mai permessa di fare commenti sulle scelte, costruite a debito delle generazioni future, delle passate amministrazioni, se non quando, chi ha avuto responsabilità amministrative nel passato, si è permesso di alzarsi sul pulpito a predicare e ad insegnare. Solo allora si è reso necessario ricordare ai cittadini di Parma, che cosa abbiamo trovato nel momento del nostro insediamento.
Andiamo avanti comunque ed è chiaro, ormai, senza collaborazione alcuna da parte di nessuna delle opposizioni.
Evidentemente il bene della città non è un bene comune ma solo un’opportunità per accrescere consensi personalissimi a discapito della verità e della verità storica…”