La bella Parma allo sbaraglio politico assoluto, raccontata con l’amore di un cittadino e l’occhio di attento di uno che la politica, fatta di strada circoli e militanza, la fa da un po. La Parma senza opposizione, con un sindaco “onesto ma poco capace” – parafrasando – che rischia di rivincere semplicemente perché nessuno lo mette in grado di perdere. Il rischio dell’ennesimo salto verso un buco nero solo per indolenza, noia, incapacità di aprire gli occhi.
C’è questo e molto altro, nell’analisi che Priamo Bocchi consegna, sperando non cada a vuoto, a chi fa informazione e a chi fa politica, affinché Parma non affoghi (del tutto).
“Signor direttore,
quando mancano ormai pochi mesi alle prossime elezioni amministrative per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale di Parma, noto che lo scenario politico cittadino è veramente, se non proprio morto, mortificante.
Al di là di sporadici comunicati stampa di qualche consigliere di opposizione o di qualche scialba e timida iniziativa personalistico-civica, c’è una atmosfera di rassegnata apatia tra le forze politiche che dovrebbero invece animare il dibattito politico locale e preparare una degna alternativa al “sindaco per caso” Pizzarotti.
In questo modo si sta ipotecando il futuro della città, lasciando la ribalta (e la sempre più probabile rielezione) al nostro sindaco “ridens” che tra un libro agiografico e un post su facebook, sta spacciando il nulla (per non dire una “beata minchia” come ha scritto sulla rivista Tempi Pier Giacomo Ghirardini) per una “rivoluzione normale”.
Io credo che Parma meriti qualcosa di meglio di questa, seppure volenterosa, ghenga di dilettanti allo sbaraglio, di “rivoluzionari normali” venuti dal nulla e diretti verso l’ignoto; magari onesti, anzi, senz’altro onestissimi (“di bòn ragass” come diciamo a Parma), ma senza cultura amministrativa, senza coraggio, senza progetti, senza una visione e (peccato grave per chi ha fatto della partecipazione una bandiera) senza l’umiltà di mettersi in ascolto della città.
Le elezioni del 2012 sono state una dura lezione per tutta la classe politica locale, che ha pagato i propri errori e che è stata duramente punita dagli elettori. Ora però penso sia giunto il tempo di guardare avanti, di ricominciare a volare alto. La nostra città, attraverso i suoi uomini migliori, deve tornare a riprendersi la responsabilità di immaginare e di progettare il proprio futuro: il tempo delle deleghe in bianco è davvero terminato.
Parma, da anni ormai senza anima, testa e governo, sempre più sporca, più insicura, culturalmente morta (uccisa a colpi di Pistoletto) e con i servizi sociali al collasso, non può permettersi altri cinque anni di nulla o di pagliacciate come “il funerale del cassonetto”, o delle conferenze stampa indette per affermare che i due omosessuali argentini Pablo e Ruben sono una famiglia, per promuovere la liberalizzazione della cannabis o per ribadire che Casa Pound (anche quando organizza una lodevole raccolta per i terremotati) è fuori legge e non è compatibile con la storia della città o ancora per far sapere a tutti i parmigiani delle sue bagattelle personali col “Movimento” o per dare un simbolico e folkloristico, quanto inutile, attestato di cittadinanza a qualche bambino straniero.
Diamoci tutti una svegliata altrimenti i normali rivoluzionari del nulla continueranno a occupare lo spazio vuoto che gli lasceremo e lo riempiranno per altri cinque anni di altro vuoto, di altre bagattelle e di altre inutili pagliacciate”.
Priamo Bocchi