Periodo di riflessione sul proprio futuro politico non solo per il sindaco Federico Pizzarotti ma anche per i suoi consiglieri.
Il suo braccio destro – nonché capogruppo consiliare della maggioranza – Marco Bosi, ha commentato il meeting del Movimento “Italia 5 stelle” a cui né lui né tutti i rappresentanti del M5S di Parma hanno potuto partecipare. Non solo il sindaco viene quindi “ignorato”, tutta Parma scompare dalla storia e dalla geografia 5 stelle. Bosi si dichiara, in lungo post su Facebook, deluso.
Deluso della successione dinastica del figlio di Casaleggio; deluso dalla mancanza di decisioni allargate a vantaggio del “ora decido io” del direttorio; deluso dal fatto che, forse, non è più il Movimento di una volta. Riflessione che potrebbe far decidere a Bosi che questo non è più il suo posto.
Ecco il post del capogruppo:
“Come sapete ci è stata negata la possibilità di portare l’esperienza di Parma a Italia 5 Stelle. Ho però seguito con attenzione ciò che stava accadendo, perché credo che fosse un bivio importante per il nostro Movimento. E voglio essere sincero con tutti voi, non mi piace nascondermi dietro ad un dito: sono deluso.
Di fronte alle difficoltà evidenti di queste settimane si reagisce non con una discussione allargata, ma con un capo politico che da un palco dice “ora decido io”. Dispiace perché non è così che si potrà governare e cambiare un Paese. Perché farlo tutti inseme come volevamo fare noi non vuol dire che qualcuno parla da un palco e gli altri applaudono.
Ciò che più di ogni altra cosa mi ha lasciato basito è che nel comizio più importante, a trovare spazio oltre a Beppe, Di Maio e Di Battista è stato Davide Casaleggio. Il Movimento che immaginavo io, come l’Italia che vorrei, è basata sul merito, non sulla dinastia. Che avremmo detto se avessero fatto questo Berlusconi o Renzi? Neanche i tanto odiati partiti arrivano a tanto.
Mi sarebbe piaciuto portare queste posizioni in un incontro nazionale a porte chiuse, le famose 4 mura. Ma non è possibile perché chi controlla il Movimento da anni rifiuta incontri di questo tipo preferendo i palchi in cui il diritto di parola è concesso solo a pochi. Salvo poi raccontare che nel Movimento siamo tutti uguali.
Rifletterò attentamente su tutto questo. Perché ho sempre pensato di essere nel posto giusto, ma non ho visto uno solo dei miei amici del Movimento sollevare dubbi sulla successione dinastica. E allora, se questi modi medievali creano disagio solo a me, forse quello nel posto sbagliato sono proprio io”.