Giorgio Pagliari, senatore Pd:
“Premetto di essere, se così si può dire, in ‘conflitto di interessi’, essendo residente nel quartiere Montebello. Non posso però che esprimere preoccupazione per il modo in cui la giunta gestisce un problema delicato come quello della installazione di antenne per la telefonia mobile, in particolare nella zona adiacente via Montebello.
Perché ricordiamo bene tutti l’infausta scelta di collocarne una nel Parco Bizzozzero, seguita da un dietro front e una collocazione provvisoria appena fuori dallo stesso parco. Oggi è arrivata la collocazione definitiva, e non si può certo dire che si tratti di un bel monumento quello collocato nella rotatoria tra via Montebello e via Bizzozzero! La cifra di 13mila euro che riceverà il Comune, se non stabilita dalla legge, è davvero irrisoria, mentre si procede alla installazione di una nuova antenna in via Pertini, vicino a via Traversetolo.
Pur essendo consapevole anche della necessità di installare strutture di questo tipo, è necessario si giunga a questo dopo un percorso di dialogo, è necessario che tutte le informazioni siano rese disponibili ai cittadini, comprovando sia la necessità di installare l’antenna sia la sicurezza dello stesso impianto. Nel caso di via Montebello si è invece giunti, e solo grazie alle sollecitazioni dei cittadini, al collocamento in un luogo diverso da quello inizialmente previsto, ossia un parco frequentato ogni giorno da tanti bambini, mentre nel caso di via Pertini sembra non esserci stato nemmeno quel confronto.
Cosa ne pensava, ad esempio, l’assemblea di quartiere? Viene da chiedersi che fine abbia fatto l’ascolto e la partecipazione, che dovevano essere bandiere di questa giunta”.
LA REPLICA DI GABRIELE FOLLI – “A Parma abbiamo 170 impianti di telefonia mobile che tutti noi utilizziamo quotidianamente per telefonare e collegarci ad internet. Negli ultimi 4 anni e mezzo da quando ci siamo insediati ARPA ha effettuato nel Comune 167 misurazioni manuali ed 8 campagne di misurazione in continuo e in nessun caso sono stati rilevati superamenti dei valori di legge (6 v/m; dati consultabili qui http://www.arpae.it/cem/webcem/parma/) e questo è il tema che più mi sta a cuore rispetto alla vicenda.
Quello che invece fa pensare è che un senatore della Repubblica faccia sentire la propria voce sul tema solo perchè abita nel quartiere dove è stata recentemente collocata una di queste 170 antenne imputandoci una mancanza di trasparenza e condivisione quando sono state fatte solo per questa 2 assemblee pubbliche, 1 Commissione Ambiente ed un incontro in prefettura, con autorizzazioni date in base a pareri vincolanti di ARPA ed ASL.
Il senatore Pagliari, forse non sa che ai Comuni è stata tolta da prima che la nostra giunta entrasse in carica, grazie a normative regionali e nazionali (enti dove il suo partito è al governo da anni), la possibilità che avevamo in precedenza di pianificare ed anche diniegare autorizzazioni. Ad oggi grazie a queste leggi un gestore che si mette d’accordo con un privato deve fare una semplice richiesta di permesso di costruire al Comune passando per lo sportello. Per una riconfigurazione è semplicemente tenuto ad informarci. Se il senatore Pagliari vuole che vi sia un maggior peso dei cittadini nella scelta della localizzazione di questi impianti non ha che da proporre una legge che riporti ai Comuni ciò che è stato tolto in passato visto che è stato eletto a Roma ed pagato per questo”.
IL COMMENTO DI FABIO RAINIERI, LEGA NORD – “È bene che anche la Regione si attivi per verificare se la salute dei cittadini è realmente assicurata e perché siano risolti i disservizi agli abitanti della zona”. Questo il commento che il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, ha rilasciato riguardo all’interrogazione che ha presentato in Regione sulla vicenda dell’antenna di telefonia mobile di recente installata sulla rotonda all’incrocio tra via Montebello, via Bizzozero e via Pastrengo a Parma e che oltre alle polemiche sulla sua installazione starebbe arrecando anche disservizi per gli abitanti della zona.
Il Consigliere regionale leghista ha infatti chiesto alla Giunta regionale quali sono i motivi delle interferenze sui segnali tv e internet che creano disservizi e disagi agli utenti della zona e se esse possono essere dovute ad emissioni di onde elettromagnetiche da parte della nuova antenna di telefonia mobile in misura superiore a quella prevista dalle relazioni di ARPAE e AUSL di Parma per il controllo preventivo sull’inquinamento elettromagnetico.
Inoltre Rainieri vuole sapere se secondo ARPAE e AUSL di Parma questa antenna da installata e funzionante rispetti i limiti consentiti per le emissioni elettromagnetiche. Infine, l’ultima richiesta fatta all’amministrazione regionale è di attivarsi affinché l’installazione ed il funzionamento di questa antenna rispettino tutte le prescrizioni normative ed i parametri che tutelano la salute pubblica e siano risolti al più presto i disservizi per gli abitanti della zona.
Filippo Greci, Presidente Movimento Nazionale Nuovi Consumatori – “Premesso che in questi giorni abbiamo assistito alla vicenda dell’antenna piazzata in via Montebello, ove alcuni associati ci hanno segnalato la preoccupazione di inquinamento elettromagnetico e l’assenza di risposta da parte degli enti preposti, comunichiamo quanto segue.
L’elettrosmog o inquinamento elettromagnetico, è l’alterazione del campo magnetico naturale che si effettua su una determinata parte di territori.
Una prima regolamentazione di tale settore, si è avuta con il DPCM 23 aprile 1992 che fissava limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale di 50 Hz negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno
A questa legge ha fatto seguito nel settembre 2002 il D. Lgs. n. 198 “Disposizioni volte ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni strategiche per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese”, che ha liberalizzato il settore delle telecomunicazioni cellulari per un anno fino a quando una sentenza della Corte Costituzionale dell’ottobre 2003 lo ha dichiarato incostituzionale
Le Province ed i Comuni infine, svolgono funzioni di controllo e di vigilanza sanitaria e ambientale in materia di inquinamento elettromagnetico avvalendosi a tal fine delle strutture dell’ARPA, dell’Agenzia Nazionale per la protezione dell’ambiente, dei Presidi Multinazionali di Prevenzione, dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro e degli ispettori territoriali del Ministero delle Comunicazioni.
L’immissione di onde elettromagnetiche superiori ai limiti consentiti dalla legge è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.032 a euro 309.874 e se il fatto costituisce reato, trova applicazione il disposto dell’art 674 del Codice Penale “gettito pericoloso di cose” che prevede l’arresto fino a un mese o l’ammenda fino a euro 206.
Per tali motivi la nostra associazione presentera’ domani mattina un Esposto-Denuncia alla Procura della Repubblica in ordine a quanto accaduto, senza escludere la possibilita’ di chiedere ed ottenere dal Tribunale un provvedimento d’urgenza per la rimozione della stessa qualora ce ne fossero i presupposti”.