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Crisi, in Emilia-Romagna segnali negativi della cassa integrazione straordinaria

lavoroAncora segnali negativi della cassa integrazione straordinaria (la Cigs, per le crisi aziendali più complesse) che nel periodo gennaio-luglio 2016 sale del 9,66%, soprattutto nel settore dell’industria (+14,73%).
In sofferenza anche una larga fetta del settore manifatturiero che continua a mantenere orari di lavoro ridotti a fronte di una produzione che riflette le difficoltà innescate dalla crisi economica.
E crisi sempre più nera per i settori dell’edilizia e del commercio.

A testimonianza che i complicati processi di ristrutturazione e riconversione ancora in corso nel Paese , soprattutto nel Nord Est, si riverberano sull’effettiva tenuta dei posti di lavoro.

Un mercato del lavoro dunque in chiaro-scuro come conferma la fotografia scattata dall’Inps pochi giorni fa (il 12 agosto).

Nel Nord-Est in particolare, su luglio 2015, l’incremento della cassa integrazione straordinaria è stato del 45,4%. In generale, la crescita delle ore di Cigs ha riguardato essenzialmente gli operai, e in maniera minore gli impiegati.

“L’Italia è ancora molto lontana dal superamento della crisi. Una crisi che nel nostro Paese sta colpendo in maniera sempre più evidente il fronte occupazionale danneggiando, talvolta irreversibilmente, molti importanti settori produttivi. Nella regione, caratterizzata da una forte specializzazione manifatturiera e propensione all’export, la crisi ha impattato fortemente su questi settori provocando una forte riduzione degli occupati, in particolare quelli di tipo precario e quelli del comparto industriale. Dall’analisi del mercato del lavoro l’Emilia-Romagna presenta dati di tendenza simili a quelli del Nord-Est , anche se l’aumento del tasso di disoccupazione nella nostra regione è stato più rilevante. A livello territoriale la situazione mostra una lieve riduzione della Cigs soltanto in Lombardia e Friuli , mentre proprio Emilia Romagna e altre regioni del centro nord restano con il segno più. Ulteriore conferma che, nonostante i toni trionfalistici del premier Renzi , il Paese e l’ Emilia Romagna in particolare non ha imboccato l’auspicata strada della ripresa economica”: commenta Tullia Bevilacqua segretario generale del sindacato Ugl Emilia-Romagna.

“Una prova di questa congiuntura negativa la si trova proprio nell’indicatore della cassa integrazione che nei primi 6 mesi del 2016 in Emilia-Romagna è aumenta del 16,1% su base annua e vede le principali città come Ferrara (+253,9%) , Bologna (+ 64,5%), Modena (+52%) ed anche Reggio Emilia in grande sofferenza. Un quadro preoccupante che ci spinge a chiedere un cambio di passo a governo e Regione con l’adozione di ulteriori misure da intraprendere in difesa dei lavoratori e del diritto al lavoro”: conclude il segretario generale del sindacato Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.

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