C’è la dura vita del bomber, sfottò alle notti ibizenche di Bobo Vieri. Poi c’è la dura vita reale di chi sulla carta deve vincere “per forza”.
In A ci sarà una super Juve targata Higuain, in Lega Pro con la freccia sparata verso la serie B il Parma. Per questo chi scrive, che è “nata” in Nord e ha scelto il calcio prima del giornalismo, vuole fare un appello ai tifosi.
Voi che siete generosissimi, da sempre, siatelo anche quest’anno. Perché? Perché ci vogliono le palle, per iniziare a preparare la “D” ad aprile 2015, mentre la città sogna ancora la “B” e certezze non ne hai.
Perché ci vogliono le palle per ripartire dalla D con una squadra fortissima di valori prima ancora che di piedi, di uomini prima che di individualità.
Perché ci vogliono le palle, non quelle da calcio, per bussare alla porta dei vari Calaiò e Canini, alla finestra in attesa di una mezza big, e dirgli “salve, sono in C ma sono il Parma, vieni? Se sei un uomo dici si, sennò non ti vogliamo”.
Ci vogliono i maroni, come diciamo a Parma, per essere la squadra da battere sapendo che in 90erottiminuti in cui lapallaèrotonda può succedere di tutto. Anche che perdi con l’ultima, perché tu sei la squadra da battere, e chi hai davanti sputa anche ciò che non ha.
E ci vuole l’uomo in campo in più, il dodicesimo. Sempre. Quello che l’anno scorso ha avuto le palle di esserci in serie D, dopo che l’era Ghirardi gli aveva fatto preferire il trekking familiare al pallone.
Ci vuole cuore, magari fatto a stemma gialloblù, a prendere in mano sciarpa e bandiera e andare allo stadio. Ancora, anche se ci vuole la tessera del tifoso maledetta, oltraggio alla nostra civiltà, anche se ci vuole qualche soldo in più, anche se è lega Pro.
Il Parma avrà la dura vita della squadra da battere, ma avversarie accanite e agguerrite: Venezia, lo scorbutico Gubbio della Poule Scudetto, il fantasma di dover vincere.
Avrà bisogno della sua città, del suo cuore: ricordiamoci tutti quando cantavamo “ci basterà vedere la maglia per cantare ancora”…